Emanuele Piccardo_Acrobazie genovesi
Il progetto al di là della positiva valutazione ingegneristica, appare letteralmente ‘appiccicato’ alla preesistente realtà ambientale che si è costruita nei secoli e, a nostro avviso, potrebbe andar bene in realtà esotiche senza alcuna preesistenza di valore storico, culturale ed ambientale. Così viene definito dal gruppo allargato di cui fanno parte Tuteliamo Santa, Gente di Liguria, Italia Nostra, ‘Citta’ Futurà, Pd, Generazione Italia, Pdci, Terzo Polo Tigullio-L’altra idea, Prc, Lista Bottino, il progetto per il centro di talassoterapia e la nuova sistemazione del fronte mare di Santa Margherita Ligure proposta dalla “Santa Benessere & Social”. Santa per il Benessere economico dei promotori e non per le ricadute sulla comunità rivierasca. Archphoto solitamente non si occupa di questioni locali specifiche ma in questo caso non possiamo rimanere in silenzio. Il fatto consiste nell’indagare meglio e in maniera più approfondita la natura e l’origine del progetto elaborato dallo studio di ingegneria e architettura Gnudi per la riqualificazione di un pezzo di litorale con l’inserimento di nuove funzioni come il già citato centro di talassoterapia. I progettisti sono noti nella realtà genovese per aver realizzato un altro intervento portuale nel 2007 ridisegnando, con gusto pittoresco e richiamando il finto borgo marinaro, il porticciolo di Sestri Ponente accanto all’area aeroportuale. Stupisce che solo dopo quattro anni si verifichi una mutazione genetica nel linguaggio adottato nel passare dal pittoresco al contemporaneo con una sorta di acrobazia degna del miglior circense. In questo caso l’imprenditore-immobiliarista-speculatore seleziona da un menu un’architettura, come ad esempio il progetto del Lido del gruppo OBR, e senza batter ciglio la adatta appiccicandola nel fotomontaggio. La storia dell’architettura è ricca di opere che sono l’una la citazione dell’altra ma la citazione consiste nell’omaggiare il lavoro di un architetto da parte di un collega che ne ammira le qualità. A Santa Margherita non vi è citazione colta ma applicazione di un modello che diviene stile e maniera in quanto appropriato al luogo.
OBR_progetto per il lido di Genova
il progetto della Santa Benessere&Social per il litorale di Santa Margherita
E’ come insegnare a un giovane architetto l’astuzia per fregare i colleghi senza imparare a progettare tanto è meglio prendere in prestito soluzioni architettoniche elaborate da altri. In questo caso occorre parlare di etica del fare, anche se nel periodo storico che stiamo vivendo può essere considerata un’affermazione reazionaria. Ma esiste proprio un’assenza di etica in quanto il messaggio che viene trasmesso è sbagliato per la cittadinanza, per l’amministrazione (ingenua) e per i futuri architetti. Se confrontiamo il progetto che OBR ha disegnato per il lido di Genova con quello dello studio Gnudi non si possono non evidenziare le assonanze nei tagli delle passerelle in legno che nascondono funzioni commerciali contenuti in volumi vetrati e ancora il disegno in pianta che richiama fortemente il linguaggio dei giovani architetti allievi di Renzo Piano.
Siamo di fronte ad una duplice questione: da una parte l’assenza di un progetto politico di città determina l’avanzata degli imprenditori il cui unico fine è il profitto e non il Benessere della comunità. Ciò accade nel totale disimpegno culturale della politica incapace di regolare, spesso, proposte inadeguate e sbagliate dal punto di vista funzionale ed urbanistico producendo finti borghi liguri come accaduto per gran parte dei porticcioli; basti pensare all’intervento a Varazze di Aimaro Isola.
porto turistico di Varazze, pagode in legno e rame_progetto Isola Architetti
Dall’altra l’imprenditore con una modalità operativa del copia/incolla valido a Santa come nella Roma di Caltagirone degrada il ruolo dell’architetto a esecutore senza che entri nel processo progettuale in quanto ostacolo alle sue azioni speculative. Uno dei compiti della politica è agire per il bene dei cittadini avendo una visione globale della città ripensando l’intero litorale evitando di densificare ancora un territorio saturo ma lavorare su progetti minimali contemporanei,
orientando le proposte dei privati senza subirle. Affinché i benefici possano essere fruiti da tutti e non da una minoranza elitaria.
Si dirà per contrastare queste mie affermazioni che le amministrazioni pubbliche non hanno soldi che è folle rinunciare a un progetto da 70 milioni di euro e ipotetici 190 posti di lavoro e altrettanto ipotetici 30.000 fruitori, ma queste analisi non considerano la capacità di ricezione di una città priva di spazio costretta tra mare e monte.