Mario C. Rossi_Ossi di seppia

Marco Ciarlo

E’ in libreria Marcociarloassociati. In un panorama pervaso da monografie imbottite, involucri di immagine, scatole di immagini dentro cui galleggiano parole e fotografie, questo libro appare strano. Per fortuna – e non per caso – questo è un libro di un architetto e non su un architetto, attraverso il quale è possibile riflettere non sulle architetture, ma, attraverso alcune architetture, si può comprendere il taglio e la misura critica idonei ad esplorarne la carica poetica. Il libro edito dalla Libria edizioni e’ un volume maneggevole, ma strutturato e sintetico; attraverso l’opera di Ciarlo, quella del passato e quella che, come auspica Giovanni Leoni, verrà in futuro secondo scala e contesto finalmente Internazionale, viene descritta una proposta ed una filosofia metodologica basata sull’esperienza progettuale come sintesi espressiva.

E’ un testo che, conoscendo la vasta produzione di Ciarloassociati, risulta chiaro essere il risultato di scelte convinte ma dolorose: forse già l’ermetismo della prima immmagine in copertina ne manifesta la caustica selezione. Così si presenta l’esordio dei Ciarloassociati sulla scena editoriale monografica: pulito, minimo e accompagnato dalla cura scientifica di Giovanni Leoni e dal fraterno soffio introduttivo di Brunetto De Battè. Il libro nasce come una selezionata rassegna di progetti – e quindi ne diventa inesorabilmente progetto - con la complicità del Curatore il quale ne indirizza le principali strade di lettura, costruendo un intelligente apparato critico a corredo di una raccolta di immagini filtrate dalle lenti di Alberto Piovano.Ciarlo è un architetto che progetta, che distingue il suo operato dal diffuso intellettualismo di maniera di cui da molte generazioni questa professione è afflitta; tuttavia la sua è architettura colta, italica, eletta ma estremamente parca di citazioni.

Ciarlo è architetto del “fare progettando”, come dice De Battè, ma non della teorica rappresentazione di alcune realtà.
Ciò che emerge dalla rassegna di immagini è quanto la stratificazione dell’esperienza progettuale comporti quella matura consapevolezza del poter fare a meno delle palificazioni teoriche, dell’effimera esigenza di spiegare il progetto utilizzando pentagrammi alternativi alle immagini dell’architettura. Leoni introduce due principi fondamentali, quelli del dialogo con la materia e del principio del montaggio, alludendo prima al rapporto tra il progetto ed il luogo, e poi alla giustapposizione costruttiva come espressione alta di antifiguratività dell’architettura. Tali elementi conducono la riflessione verso lidi lontani, verso le teorie di Noberg-Shultz (non a caso Ciarlo si è formato in un periodo in cui la Facoltà di Architettura di Genova rivolse forti interessi verso gli studi dello storico norvegese) e verso una delle poche (guarda caso) teorizzazioni di Carlo Scarpa.

Scarpa sostiene che una delle forze espressive dell’architettura consiste nel suo essere “arte puramente astratta”, che l’architettura non doveva cedere alla tentazione della metafora del tema o del luogo. Che una architettura non deve assumere la forma del contesto, bensì ne doveva assimilare le forze espressive divenendone elemento di dialogo accomodante o critico.
Giovanni Leoni nel suo testo accosta garbatamente il metodo di Ciarloassociati al discorso scarpiano, e la lezione che ne scaturisce è descritta dalla scelta delle immagini del libro; una lezione di chi crede che l’architettura sia un saggio di realismo cronopoetico (BDB), di chi intende che Architettura sia ciò che “funziona anche in bianco e nero”.

L’Architettura vera.
Alcuni lavori recenti di Ciarloassociati si distinguono per essere caratterizzati da interventi policromi particolarmente evidenti; forse, colorando le sue architetture, Ciarlo vuole sdrammatizzare le sue architetture.
Non crediamo di essere disposti a limitarci a ponderare solamente tale riduttiva interpretazione .

Ma, finchè le sue architetture “funzioneranno” anche in bianco e nero, saremo ancora a scrivere sulla assolutezza e perentoria serietà italica delle sue architetture.
Come dire: scrivere una riga in una poesia di Montale con font Mistral bold non ne cambierebbe la summa poetica.

[Mario Clemente Rossi]

Marcociarloassociati.
a cura di Giovanni Leoni, Libria, 2008 € 14,00