Villa Noailles a Hyeres

Villa Noailles
“En 1923, ma femme et moi venant de nous marier, avons décidé de batir une maison moderne sur un terrain que ma mère avait acheté au-dessus d’Hyeres, et dont elle m’avait fait cadeau”.

Charles e Marie Laure visconti di Noailles, si sposano nel 1923 e nel marzo dello stesso anno incaricano l’architetto Robert Mallet Stevens di realizzare sulle alture di Hyeres, nei pressi del castello medioevale raso al suolo da Luigi XIII, la villa d’inverno. Dopo aver contattato Mies van der Rohe e Le Corbusier la scelta ricade su Mallet-Stevens, vicino al movimento De Stijl (lo stile), attivo sia nelle scenografie dei film dell’epoca come L’Inhumaine di Marcel l’Herbier, realizzato nel ’25 per l’Esposizione Internazionale delle Arti decorative, che nei progetti di sedie, tavoli e mobili. De Noailles assume l’architetto locale Léon David, sotto la cui direzione inizia nella primavera del ’24 il cantiere che si protrae fino al ’33. Fin dall’inizio la villa diventa un luogo di transito e soggiorno di intellettuali e artisti da Man Ray, che nel 1929 gira il film “Les mystere du Chateau du Dé” (in cui due viaggiatori partono da Parigi per raggiungere il sud e la villa de Noailles) a Luis Buñuel, la cui permanenza a Hyeres determina la committenza da parte dei visconti del famoso film L’age d’or.
E ancora Jean Cocteau, Pierre Chareau (che realizza per il visconte la Chambre de plein air), Louis Barillet autore delle vetrate del salone, Theo van Doesburg che disegna i vasi mentre Lipchitz e Laurens realizzano le sculture e Gabriel Guévrekian progetta il giardino cubista che Mallet Stevens contiene con due muri longitudinali ciechi per imprimergli maggiore tensione. Villa Noailles è un porto dove approda la cultura, la sperimentazione architettonica e artistica che, a partire dal secondo decennio del novecento, caratterizzerà tutto il secolo.
Pierre Chareau
Pierre Chaureau, La Chambre de plein air

La villa viene pensata non solo come residenza ma anche come spazio per il divertimento. E’ la figura della viscontessa Marie-Laure l’artefice della vita mondana e culturale, “uno dei suoi più grandi talenti-afferma Laurence Benaїm ne La vie de chateau selon Marie Laure all’interno di La villa Noailles une aventure moderne-è stato sentire l’epoca, rappresentarne il modo di vivere e le interazioni tra l’arte, l’architettura, il design, la moda la vita mondana, imponendo uno stile che esprime la quintessenza dell’arte del vivere. Feste e balli in maschera, letture, bagni nella piscina coperta, ginnastica, giochi negli spazi esterni della villa animano la vita a Hyeres, come il Festival Viconte de Noailles (realizzato nel ’32 dove gli artisti invitati sono liberi di esprimersi come vogliono), fino ad allora poco più che un villaggio marinaro in attesa di essere scoperto dai turisti a sole due ore da Marsiglia, dodici da Parigi e ventuno da Londra.
Villa Noailles
La scelta del sito non è casuale, nei pressi delle rovine dell’antico castello medioevale (di cui restano le mura) su cui resti fu costruita un’abbazia cistercense, si affaccia sulla piana di Hyeres ed inquadra il paesaggio fino alle Isole Porquerolles. Un insieme di cubi grigi si incastrano uno sull’altro orientati a sud per catturare il sole e formare così, tra gli sbalzi e gli arretramenti, un gioco sapiente di luci e ombre che riflette il senso della mediterraneità. Particolare attenzione viene dedicata ai percorsi che attraversano e definiscono gli spazi della villa; essi consentono lo spostamento nelle sue parti come all’interno di un corpo sdraiato sulla superficie rocciosa. Il sole e l’aria salubre del sud contribuiscono a rendere piacevole la permanenza dei visconti e dei loro ospiti nella villa.
Villa Noailles
Lo spazio è composto per aggregazioni successive a seconda delle esigenze nuove manifestate dai committenti è cosi che viene realizzato lo squash, illuminato di luce naturale zenitale, la piscina interna, dotata di una copertura in travi di cemento armato rigorosamente bianco che definisce rombi di vetro, in un’alternanza di pieni e vuoti, dove le ampie vetrate verticali costituiscono un diaframma che media con l’esterno. La villa è strutturata da una serie di terrazzamenti paralleli alla morfologia che creano piani sequenza, in cui il riferimento cinematografico non è estraneo; è evidente quanto l’idea architettonica di Mallet Stevens, la sua affiliazione al movimento moderno, sia ben espressa in tutte le fasi del processo progettuale nonostante fosse il suo primo vero incarico a dimostrazione della chiarezza teorica che contraddistingue la sua sperimentazione.
Villa Noailles
La villa nel 1940 viene occupata dalle truppe italiane è diventata sede dell’ospedale eliomarino di Hyeres e lentamente è iniziato il suo declino, mentre Charles de Noailles è ritornato al suo amore per i fiori che coltiva a Grasse, la moglie invece soggiornerà sporadicamente ospitando ancora gli amici. Dopo la morte della viscontessa avvenuta nel 1970 il marito propone alla città di acquistare la villa, per una somma pari a 2 250 000 franchi, due anni dopo il Consiglio municipale approva l’acquisto. Occorrono sedici anni, dall’89 al 2005, per il recupero dell’architettura e dal 2006 è in corso di realizzazione la quarta fase del recupero con l’inserimento di nuove funzioni (residenze per artisti e ristorante).
Villa Noailles
Il giardino cubista di Gabriel Guévrékian

Inizia nel biennio ’96-98 l’attività della Villa come centro culturale dedito al design, la moda, la fotografia e l’architettura inizia così l’esperienza di Design Parade che nel 2008 è giunto alla sua terza edizione. L’evento a cura di Catherine Geel e Jean Pierre Blanc è ospitato all’interno della villa, dove vengono esposti gli oggetti di design realizzati da emergenti e noti designer, quest’anno particolarmente interessanti sono due giovani designer francesi, Ronan e Erwan Bouroullecche “occupano” tutto un piano: nel campo da squash con una serie di oggetti quali fotografie e una parete in tessuto multicolore che diventa struttura spaziale, mentre nella piscina, oggi banalmente ricoperta con un pavimento in vetro strutturale alquanto discutibile, viene collocato un repertorio della ricerca sui materiali con una parete alveolare in polistirolo, una griglia organica in plastica simile alle ragnatele e una serie di modelli di padiglioni in tessuto abilmente unito.
Villa Noailles
Ronan e Erwan Bouroullec, installazione di oggetti nel campo da squash

Gli spazi dedicati alla ginnastica, la sala da pranzo, le camere degli ospiti sono così invasi dai designer, mentre nelle sale voltate al piano terra si svolge Jardins modernes a cura di Stéphane Boudin-Lestienne, mostra dedicata allo spazio del giardino attraverso il progetto realizzato da Jean-Charles Moreux per la residenza parigina dei visconti e quello di Gabriel Guévrékian per Hyeres. L’introduzione a Jardins modernes è rappresentata da una serie di materiali quali: pagine tratte da Vogue, fotografie in bianconero che ritraggono i visconti e i loro ospiti, disegni originali di piante e sezioni; in previsione della mostra permanente che verrà organizzata su Villa Noailles a partire dal 2010.
Superarchitettura
Superarchitettura, Superstudio e Archizoom, ricostruzione a cura del Centro Studi Poltronova

Non poco distante nella Tour des Templiers l’omaggio all’architettura e design radicale con la riedizione, curata da Francesca Balena Arista, di Superarchitettura la mostra concepita da Archizoom e Superstudio nel 1966 in una piccola galleria Jolly2 di Pistoia, qui riproposta, dopo la sua esposizione da Carla Sozzani a Milano nel 2007, grazie alla ricostruzione realizzata da Poltronova con la ricostruzione filologica a cura di Gilberto Corretti, membro di Archizoom.

Una piccola, ma deliziosa mostra, che mette in evidenza il carattere pop di due gruppi della sperimentazione architettonica italiana degli anni sessanta come Archizoom e Superstudio, apice di un arcipelago variegato di movimenti e collettivi (Ufo, 9999, Zziggurat, Buti,Gruppo Strum, La Pietra…) che hanno contestato il sistema accademico dominante a metà anni sessanta a Firenze, Torino e Milano, lavorando sulla de-strutturazione del linguaggio dell’architettura e parafrasando Ugo La Pietra applicando la “sinestesia” delle arti, ossia l’interazione tra le discipline e quell’andare oltre l’architettura ad abbracciare la letteratura, l’arte contemporanea, la musica.

La Villa Noailles è un buon esempio di riconversione e riuso di un’architettura moderna con l’obiettivo di creare una cultura contemporanea, obiettivo che in Italia dovremo perseguire con le molte architetture presenti sul nostro territorio spesso abbandonate a se stesse.

Villa Noailles
Ronan e Erwan Bouroullec, parete alveolare nella piscina coperta

http://www.villanoailles-hyeres.com/
http://www.villanoailles-hyeres.com/designparade03/

[Emanuele Piccardo]