Andrea Botto_Lo sguardo imperfetto
“Paesaggio italiano” è il titolo di un ciclo di mostre, e conferenze, curato da Emanuele Piccardo, che con questa rassegna intende proporre un contributo di conoscenza per una nuova e sconosciuta fotografia del paesaggio, lontana dalla fotografia che viene proposta dalle gallerie d’arte. Sono passati diciassette anni dal “Viaggio in Italia” di Luigi Ghirri e il paesaggio italiano rappresentato nelle ricerche dei “maestri” è preferibilmente quello padano.
La rappresentazione dell’Italia attraverso la fotografia avviene con l’intento di raccontare nuovi paesaggi e realtà geografiche differenti nella visione che ne danno quattro autori: Andrea Botto, Peppe Maisto, Giuseppe Piredda, Filippo Romano.
Non finito
Il treno correva lungo i binari, nella sera buia dei tramonti di dicembre nella terra degli “ossi di seppia”, quel barlume di luce all’orizzonte che illumina le scaglie di mare, oggetti neri, retri di case, di chiese scorrono veloci. Uno sguardo imperfetto, dove non si coglie il dettaglio supremo, nitido, preciso, del saper tutto dell’arrogante oggettività,mai esistita, ma la poetica del guardare e ri-guardare con insistenza per “vedere” e scoprire un mondo, attraverso l’occhio del fotografo.
Andrea Botto affronta il tema del paesaggio attraverso l’imperfezione dello sguardo, troppo abituati, oggi, alla perfezione della nuova oggettività tedesca, dei coniugi Becher e dei loro “figli”, Gursky in particolare, dove la precisione, la nitidezza della messa a fuoco, porta a vedere di più, ma quanto è necessario vedere di più? Vedere è una operazione attiva affermava Paolo Monti, ma in questo caso il vedere di più comporta un’accezione negativa, in quanto si ha la sensazione di certezza assoluta nel raccontare e rappresentare il mondo. Il fotografo si confronta con il problema della visione e della crisi che oggi essa subisce a causa dei miliardi di immagini che ogni giorno vengono prodotte, proponendo una lettura del paesaggio umano e naturale, intima, personale, sensibile, certo del valore dato dalla contaminazione tra i sensi. “La paura non è più quella di non poter vedere, ma di vedere sempre -afferma Botto-naufraghi del nostro tempo, andiamo così alla deriva in cerca di una meta, guidati, come scriveva Gianni Celati, “da ciò che ci chiama e capiamo solo quello; lo spazio che accoglie le cose non possiamo capirlo se non confusamente”. Un cieco “vede” molto di più di un vedente, proprio perché privo della vista, vede con le mani, con i piedi, con gli odori immagina il mondo attraverso l’esperienza dei sensi.
L’incertezza nel cercare un ipotetico bersaglio, centro, su cui puntare l’obiettivo conduce al ritrovamento dell’armonia con il mondo e le sue affascinanti complessità per cui vale la “pena di esistere”. La luce tenue dei paesaggi interiori e naturali dona al racconto non finito di Botto, un’aura poetica che ricorda le atmosfere degli interni di Joseph Sudek, dove attraverso il buio si ha la comprensione del tutto, in questo caso, però buio, non è sinonimo di negatività, ma piuttosto un modo delicato per rappresentare tutto quello che entra in contatto con noi. Come il non finito in Michelangelo, si riesce a cogliere bene il concetto di incertezza, in quanto la certezza non ci appartiene è di un’altra dimensione non terrena. Incertezza direi più che imperfezione, non difetto, ma qualità estrema nel sapiente uso della luce, nel creare il sogno, l’immaginario attraverso frammenti di paesaggi: mare, erba, tracce, figure.
[Emanuele Piccardo]
Emanuele Piccardo, architetto e fotografo, fonda la rivista digitale di architettura Archphoto.it. Interessato alla divulgazione dell’architettura e della fotografia, nel 2002 ha organizzato l’evento “14_02.Incontri per l’architettura italiana”, in contrapposizione alla Biennale di Architettura.
Sue opere sono conservate alla Bibliothèque Nationale de France dal 1996
Andrea Botto si diploma all’Istituto Europeo di Design di Torino nel 1997; è finalista al festival internazionale Photo Espana 2002; sue opere sono conservate negli archivi della Galleria Civica di Modena, della Fondazione Italiana per la Fotografia e della Bibliotheque Nationale de France a Parigi. Vive e lavora a Rapallo (Ge)
Lo sguardo imperfetto
Archivio Fotografico Toscano
Viale della Repubblica, 235
Prato
Inaugurazione e incontro con l’autore sabato 25 gennaio ore 17,30
orario mostra: lun-gio 8,30-17,30
mar-mer-ven 8,30-13,30
sabato e festivi chiuso
©copyright Archphoto 2002