Patrizia Bonifazio_Ivrea e l’Olivetti/4

Olivetti
Archphoto dedica un ‘approfondimento al museo a cielo aperto dell’architettura moderna (MAAM) di Ivrea, sei puntate raccontate da Patrizia Bonifazio, curatore scientifico del museo, sulla storia della città costruita dagli Olivetti, comittenti di architetture straordinarie realizzate da Figini, Pollini, Gardella, Nizzoli, Valle, Ridolfi, Frankl, Zanuso, Quaroni…

Ivrea e la Olivetti

Progetti per la Comunità
Le prime iniziative di Adriano Olivetti nel campo dei servizi sociali risalgono al 1939 quando l’industriale piemontese commissiona a Luigi Figini e Gino Pollini la costruzione di un asilo-nido accanto alla casa popolare a Borgo Olivetti. Realizzato su di una piccola collina di fronte alle officine e su di un lotto trapezoidale dalle dimensioni ridotte, l’asilo-nido mette in luce la ricerca che i due architetti stanno conducendo sul linguaggio internazionale del razionalismo.
Nel 1945 Adriano Olivetti pubblica presso le Nuove Edizioni Ivrea il libro L’ordine politico delle Comunità. Il volume raccoglie le riflessioni sull’organizzazione dello Stato, compiute dall’industriale piemontese durante gli anni del confino svizzero: secondo Olivetti al centro dell’organizzazione dello Stato deve essere la Comunità, unità territoriale dai contorni geografici imprecisati, culturalmente omogenea e economicamente autosufficiente. Sulla scia della pubblicazione del libro e della sua diffusione, si fonda nel 1948 a Torino il Movimento Comunità. L’organizzazione del Movimento è territoriale: vengono infatti creati icentri comunitari, che hanno il compito di organizzare il consenso politico e allo stesso tempo iniziative culturali, che contribuiscano a elevare il livello di vita dei piccoli centri canavesani investiti dal processo di industrializzazione.
La proposta del Movimento Comunità attira molti intellettuali, anche di diversa formazione politica e culturale, trovando una certa adesione oltre che nel Canavese, anche in molte regioni italiane.

Ideas for the Community
Adriano Olivetti’s first steps in the field of social services were made in 1939 when the industrialist from Piedmont commissioned Luigi Figini and Gino Pollini to plan and construct a day nursery next to the council houses in Borgo Olivetti. It is situated on a small hill opposite some workshops, on a not very large, trapezoidal plot of land. The day nursery brings to light the ongoing research of these two architects, utilizing the international architectural language of rationalism.
In 1945, Edizioni di Comunità published Adriano Olivetti’s book, L’ordine politico delle Comunità. The volume is an anthology of reflections concerning the organisation of the state, made by the industrialist from Piedmont during the years of his internment in Switzerland: according to Olivetti, the community should be at the centre of state organisation; a territorial unit with loose borders, culturally homogenous and economically self sufficient. In the wake of the books’ publication, the ‘Movimento Comunità’ was founded in Turin in 1948. Organisation of the ‘Movimento’ was territorial: in fact, community centres would be created with the task of finding a political consensus within the community and at the same time promoting cultural initiatives aimed at raising the standard of living of the small population centres in the Canavese area that were assailed by the process of industrialisation.
The proposals of ‘Movimento Comunità’ attracted many intellectuals from different political and cultural backgrounds and gained support in many regions of Italy.

Nel dopoguerra le realizzazioni architettoniche volute dall’azienda si legano alle proposte del Movimento Comunità: questo legame, che si scioglie alla morte di Adriano Olivetti nel 1960, porterà nell’arco di un decennio alla realizzazione a Ivrea di numerosi edifici. Tra questi, il Centro
Servizi Sociali, progettato da Figini e Pollini di fronte alle officine Olivetti (1954 - 59), e la mensa, opera di Ignazio Gardella, nella zona retrostante le officine (1953 - 59). Ma non vanno dimenticati, nel quartiere di Canton Vesco, l’asilo di Mario Ridolfi e Wolfgang Frankl (1955 - 63) e la scuola elementare di Ludovico Quaroni e Adolfo De Carlo (1955-60).
Edifici destinati a servizi vengono costruiti anche lontano da Ivrea e dal Canavese: è il caso della Colonia Olivetti a Marina di Massa, opera di Annibale Fiocchi e Ottavio Cascio (1948-1958), e di quella di Brusson, di Claudio Conti e Leonardo Fiori (1960-1964).

In the years after the war, all architectural planning and constructions on behalf of the company, became amalgamated to Movimento proposals: this bond, which ended with the death of Olivetti in 1960, would bring within the space of ten years, the realisation of numerous buildings in Ivrea. They include the Social Service Centre, located opposite the Olivetti workshops and planned by Figini and Pollini, (1954-59) and the canteen, by Ignazio Gardella, in the area behind the workshops (1953-59). Not to be forgotten in the Canton Vesco district, are the nursery school by Mario Ridolfi and Wolfgang Frankl, (1955-63) and the primary school by Ludovico Quaroni and Adolfo De Carlo (1955-60).
Buildings destined for public service were also built in areas far from Ivrea and the Canavese district: as in the case of the Colonia Olivetti in Marina di Massa, an architectural project by Annibale Fiocchi and Ottavio Cascio (1948-1958), and that of Brusson, by Claudio Conti and Leonardo Fiori (1960-1964).

Territorio-Fabbrica-Abitazione
Nel pensiero olivettiano l’architettura, l’industria e il territorio sono oggetto di una riflessione originale del rapporto tra pianificazione e sviluppo sociale.
Le radici dell’interesse per la pianificazione territoriale all’interno del pensiero di Adriano Olivetti si collocano agli inizi degli anni Trenta. Sono di questi anni i viaggi in Nord-America e il coinvolgimento nelle attività dell’Enios, l’Ente Nazionale per l’Organizzazione Scientifica del Lavoro che Olivetti sostiene attivamente e che contribuisce a far conoscere in Italia i
sistemi di produzione, l’organizzazione del lavoro e gli esperimenti di programmazione economica negli Stati Uniti, come la Tennessee Valley Authority (Tva), e in Unione Sovietica: matura in Olivetti la convinzione della necessità della pianificazione, economica quanto territoriale.
Nel 1934 vengono avviati gli studi che, qualche anno dopo, comporranno il Piano regolatore della Valle d’Aosta. Nel 1943, questi lavori vengono raccolti nel volume Studi e proposte preliminari per il Piano Regolatore della Valle d’Aosta, diretto dallo stesso Olivetti e curato da Renato Zveteremich e Italo Lauro. Il lavoro di “indagine” preliminare si basa sulle inchieste condotte da Giovanni Trikurakis, ufficiale sanitario valdostano che, alla metà degli anni Trenta, si dedica allo studio delle condizioni di indigenza della popolazione alpina. Il Piano della Valle d’Aosta è più una
raccolta di progetti che un piano urbanistico vero e proprio. Le proposte contenute nel volume fanno chiaro riferimento alla cultura architettonica e urbanistica internazionale degli anni Venti e Trenta: tutti i progetti sono impostati secondo i principi di una rigida disposizione geometrica senza
alcun riferimento all’orografia dei luoghi e alle tradizioni edilizie locali.

Territory-Industry- Housing
Architecture, industry and territory are the object of the original Olivetti’s reflections about the relation between planning and political, economic and social strategies of modernization.
The roots of Adriano Olivetti’s interest for territorial planning evolved at the beginning of the thirties. These were the years of travelling in north America and involvement with the Enios (Ente Nazionale per l’Organizzazione Scientifica del Lavoro-National Body for the Scientific Organisation of Work), that helped to make known, production systems, the organisation of work and the experiments done in the United States - like the Tennessee Valley Authority (Tva) - and Russia concerning economic programming in Italy.
In 1934 studies were begun that later became part of the regulatory plan for Valle d’Aosta. In 1943, these works were compiled in the document Studi e proposte preliminari per il Piano Regolatore della Valle d’Aosta (Preliminary studies and proposals for the regulatory plan for Valle d’Aosta). The compilation was under the direction of Olivetti and edited by Renato Zveteremich and Italo Lauro. The preliminary work of ‘investigation’ was based on the inquiries conducted by Giovanni Trikurakis, a health official from Valle d’Aosta, who in the mid nineteen thirties, devoted himself to the study of the conditions of the local alpine people. The plan for the Valle d’Aosta was more a collection of projects than a real town planning programme. The proposals contained in the document made clear reference to the international architectural and town planning style, used in the twenties and thirties: all of the projects are based on principles of rigid geometric disposition, regardless of the geographical location and local building practices.

Nel 1937 l’industriale piemontese si offre di finanziare gli studi per un Piano regolatore di Ivrea: l’incarico viene affidato a Luigi Piccinato, Luigi Figini ed Egisippo Devoti. Il piano affronta la questione dell’espansione della città, della riorganizzazione della viabilità e del risanamento delle parti di tessuto urbano più antiche e degradate: esso rimarrà tuttavia incompiuto. Gli studi per il Piano regolatore vengono ripresi nel dopoguerra: Olivetti si assume anche in questo caso gli oneri
dei lavori. Gli studi per il piano si inseriscono ora in un quadro più esteso di studi a livello regionale. Nel 1952 viene infatti costituito il Gruppo Tecnico per il Coordinamento Urbanistico del Canavese (Gtcuc) di cui fanno parte, tra gli altri, Ludovico Quaroni, Nello Renacco, Annibale
Fiocchi e Carlo Doglio. L’idea è di produrre un’indagine preliminare a vasto spettro che consenta di dare risposta ai problemi determinati dalle trasformazioni in senso industriale di Ivrea e dell’area circostante. Il piano viene però respinto nel marzo 1955 dal Consiglio municipale. Il piano
viene infine adottato nel 1959, non senza aver subito pesanti modifiche.

In 1937, the industrialist from Piedmont offered to finance a regulatory plan: the task was entrusted to Luigi Piccinato, Luigi Figini and Egisippo Devoti. The plan, which remained incomplete, confronted the questions of city expansion, the reorganisation of traffic systems and renovation of the oldest and most degraded areas of the city. Studies for the regulatory plan were resumed after the war and became part of a bigger picture, on a regional level. In 1952, the Technical Group for the Urban Co-ordination of Canavese (Gruppo Tecnico per il Coordinamento Urbanistico del Canavese-Gtcuc) was founded. Members of the group included Ludovico Quaroni, Nello Renacco, Annibale Fiocchi and Carlo Doglio. The idea was to produce a preliminary inquiry that covered all aspects of the problems resulting from industrialisation in Ivrea and the surrounding areas. The municipal council rejected the plan in March of 1955. After significant changes, it was finally adopted in 1959.

Le iniziative di Olivetti in campo urbanistico non riguardano solo il Canavese e Ivrea. Il disegno di riforma sociale e politica promosso dall’industriale eporediese trova a livello nazionale altri momenti di realizzazione. È il caso dell’Unrra-Casas (United Nations Relief and Rehabilitation Administration-Comitato Amministrativo Soccorso ai Senzatetto), il programma costituito nel 1946 per gestire i fondi Erp (European Recovery Administration) di cui Olivetti è membro già dai primi
anni di attività. Tra le migliaia di interventi edilizi dell’Unrra-Casas (United Nations Relief and Rehabilitation Administration-Comitato Amministrativo Soccorso ai Senzatetto), si
distinguono il villaggio La Martella a Matera (1951-54) su progetto di Ludovico Quaroni, Federico Gorio, Michele Valori, Pier Maria Lugli e Luigi Agati.
Ivrea e il suo circondario sono teatro di altre iniziative legate alla figura di Adriano Olivetti. È il caso dell’Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale (I-Rur), costituito nel 1954. Sebbene ideato come possibile rete di istituti operanti in diverse regioni d’Italia, l’I-Rur ha il suo maggiore sviluppo nel Canavese dove costituisce cinque insediamenti industriali e quattro insediamenti agricoli. L’I-Rur è strettamente legato alla Olivetti attraverso i finanziamenti che questa versa all’istituto e
attraverso la presenza, tra i suoi soci, di alcuni tra i più stretti collaboratori di Olivetti.
L’influenza esercitata da Adriano Olivetti sull’urbanistica italiana non si ferma al patrocinio di piani, progetti e programmi ma investe anche l’organizzazione delle istituzioni e la riforma degli strumenti operativi della disciplina. Olivetti fornisce un contributo decisivo alla rinascita dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu): è nominato membro del Consiglio direttivo nazionale nel 1948 e viene eletto presidente nel 1950.


Olivetti’s initiatives in the field of town planning were not limited to the Canavese area and Ivrea. The industrialist’s plans for social and political reform were also realised on a national level. This was the case with Unrra-Casas (United Nations Relief and Rehabilitation Administration-Comitato Amministrativo Soccorso ai Senzatetto); the programme was founded in 1946 to manage the funds of Erp (European Recovery Administration) of which Olivetti had been a member since the beginning. Among the thousands of building interventions made by Unrra-Casas, the ones supported by the industrialist from Piedmont, are easily distinguished. In Matera, Ludovico Quaroni, Federico Gorio, Michele Valori, Piero Maria Lugli and Luigi Agati planned and constructed in 1951-54, the village called “La Martella.
Ivrea and the surrounding areas were locations for other initiatives associated with the name of Adriano Olivetti. As in the case of the Institute for the Rural and Urban Renewal of Canavese (Istituto per il Rinnovamento Urbano e Rurale, I-Rur), founded in 1954. Conceived as a possible network of institutes, working in many areas of Italy, the I-Rur had its major development in the Canavese district. Five industrial and four agricultural installations were constructed.
The influence exercised by Adriano Olivetti on Italian town planning he was not only the sponsor of plans, projects and programmes but also challenged institutional organisations and the reformation of their operational organs. Olivetti made a decisive contribution to the rebirth of the National Town Planning Institute (Istituto Nazionale di Urbanistica-Inu): he was nominated as a member of the national executive council in 1948 and was elected as its president in 1950.

Le strategie di valorizzazione del patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea: il Museo

Il Museo a Cielo Aperto dell’Architettura Moderna di Ivrea si pone il compito di far conoscere e rendere fruibile ad un ampio pubblico il ricco patrimonio delle architetture moderne della città la cui realizzazione è legata alle vicende dell’industria Olivetti. Il Museo fa parte delle
Officine Culturali Ico, progetto economico e sociale nato tra il 1997 e il 1998 e volto a ridare un significato ad aree industriali al centro di profonde trasformazioni. La strategia del progetto si pone come obiettivo il contenimento e il superamento della crisi occupazionale e sociale che ha
colpito la città negli anni Novanta, proponendo un modello differente di sviluppo, in cui la “fabbrica”, da centro della produzione industriale diviene centro di produzione culturale: l’idea è quella di dare una nuova identità e nuove funzioni culturali alla città attraverso la riqualificazione delle architetture dell’industria. L’apertura del Museo segna pertanto una tappa importante del processo di valorizzazione della cultura canavesana e, rispetto al progetto originale delle Officine Culturali Ico, un risultato stimolante per le successive politiche culturali della città. Il progetto del Museo è stato finanziato dal Comune di Ivrea e dalla Comunità Europea e come istituzione nascente si è fatto tra l’altro carico di una serie di iniziative che hanno portato ad una prima catalogazione e proposta di salvaguardia del patrimonio architettonico della città, originale per esiti e metodologia di ricerca.
Il percorso del Museo si snoda per circa due chilometri e comprende le architetture industriali collocate lungo l’asse della via Jervis e quelle architetture che, non distanti da questo asse, costituiscono il nucleo forse più riconoscibile del vasto patrimonio architettonico moderno eporediese.
Il percorso è scandito da sette stazioni: ciascuna di esse è dedicata ad un tema che permette, nella sua generalità, di illustrare come architettura e urbanistica si collochino all’interno di un progetto industriale e sociale originale e come questo sia mutato nel tempo.
Le aree tematiche riguardano:

1) Olivetti e Ivrea
2) La comunità e le sue politiche sociali il progetto della comunità come integrazione tra produzione industriale e servizi sociali
3) L’organizzazione della produzione localizzazioni, servizi e luoghi di ricerca
4) Il progetto industriale attraverso gli stabilimenti Olivetti in Italia e nel mondo
5) La pianificazione territoriale, cioè il rapporto architettura-industria-territorio tra progettazione urbanistica e sviluppo sociale
6) Il prodotto e l’immagine
7) L’abitazione nella costruzione del paesaggio industriale canavesano

Strategies for the appreciation of the city’s architectural patrimony

The Open-air Museum of Modern Architecture (Maam) is an instrument to provide information about and turn to account the Ivrean Olivetti architectural heritage, and an element of attraction for cultural tourism.
The Museum is part of a programme, named Officine Culturali ICO, in which the term “Officine” (workshops) supported by the adjective “Culturali” (cultural) explicity evoked the city’s link with the industrial past and with the Olivetti company’s conception of the role of the industry in the society. This programme was drawn up during the period from 1997 to the autumn of 1998, after the productive and financial crisis of Olivetti that was to have a deep and long-lasting impact on the local economy. The realization of the Museum was possible thanks to the European Community and to the Comune of Ivrea.
A series of schemes were supported that involved the municipal authority and its departments and which led to various working hypotheses and considerations of the roles that the Museum might assume. These schemes were: a cataloguing of local buildings and the creation of records in compliance of the regional law 35/95; the creation of an original regulation to safeguard the buildings.
The Museum extends for about two kilometres along via Jervis and its neighbouring areas where the main buildings of the Olivetti company were built. The creation of the Museum provides an organized and satisfyng response to the demand for knowledge of Ivrea’s modern architecture which os already visited by several hundred people each year. The architectonic design of the Museum consists of seven thematic sections along the public pedestrian riutes in order that might form the basis of a visit itinerary while beings strongly integrated with the urban landscape. The themes illustrated by the seven sections deal with the events related to Olivetti’s commitment to architecture, town planning, industrial design and graphic art, and the cultural context within which events took place. The seven themes are:
1) Olivetti and Ivrea
2) the community and the company’s social policies,
3) industrial architecture,
4) industrial projects,
5) planning,
6) products and immage
7) housing
In addition to the seven theme areas, there is an information and welcome area inside the Social Services’ Centre that has been designed as the focal point of the Museum, and where the visitor can quickly be given an overview of the various themes of the Museum.

Le azioni del Museo a cielo aperto dell’architettura moderna di Ivrea

Accanto alla progettazione architettonica del Museo è stato messo a punto un programma operativo basato sulla Legge Regionale Piemontese n. 35 / 1995 per l’individuazione, tutela e valorizzazione dei beni culturali architettonici nell’ambito comunale, al fine di effettuare una ricognizione dell’intero patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea e mettere a punto adeguate
strategie per la sua salvaguardia.
Il programma si è articolato in due fasi ben distinte: una di ricerca, attraverso la consultazione di numerosi archivi privati e pubblici, l’identificazione sul campo degli edifici, la valutazione sintetica del loro stato di conservazione; ed una di elaborazione e sperimentazione delle procedure per la salvaguardia degli edifici. La fase iniziale del lavoro ha portato alla costituzione di un catalogo costituito da schede e carte tematiche. Le schede, una per ciascun edificio individuato, contengono dati storici essenziali e una documentazione fotografica dello stato di fatto,
oltre alla descrizione e alla valutazione sintetica dello stato di conservazione e delle caratteristiche macroscopiche del degrado. Le carte tematiche evidenziano l’estensione quantitativa e qualitativa del fenomeno, identificando la posizione di ciascun edificio all’interno della città, la sua area di pertinenza, l’eventuale collocazione all’interno di aree sottoposte a vincolo e lo stato di conservazione di ciascuno.
Successivamente la città di Ivrea ha accolto i suggerimenti e le informazioni derivanti dalla catalogazione e ha introdotto nelle norme della Delibera programmatica del Piano Regolatore Comunale presentato nel 2000 alcuni criteri riguardanti la tutela della zone cosiddette storiche della città, includendo per la prima volta in Italia accanto al patrimonio antico della
città di Ivrea, il patrimonio architettonico contemporaneo. Tale considerazione ha portato alla stesura di una Carta per la qualità con l’individuazione di aree di rispetto, aprendo così il terreno alla conservazione del patrimonio architettonico.

The Actions of the Open-air Museum of Modern Architecture
With the plan for the museum, an operative programme based on Regional Law 35/1995 was drawn up for the identification, safeguarding and turning to account of the architectural assets within the bounds of the Comune, in order to effect an overview of the building heritage and finalise adequate strategies to protect it.
The programme foresaw two distinct phases: a research one - through the consultation of numerous public and private archives, the identification of buildings “in the field”, a brief evaluation of their state of preservation - and one of processing and testing of procedures for the protection of the buildings.
The initial phase of the work led to the creation of a catalogue comprising forms and thematic cards. The forms, one for each building identified, contain brief historical data and photographic documentation of the form, as well as a description and brief evaluation of its state of preservation and main characteristics of its decay. The thematic cards highlight instead the quantitative and qualitative extension of the phenomenon, identifying the position of each building within the town, its area of pertinence, its eventual location within an encumbered area and the state of preservation of each. This research has led to the classification of over 200 recently built constructions within Ivrea’s town borders.
The Comune accepted the suggestions coming from the catalogue and introduced in the new General Plan of Ivrea, presented in 2000, some new criteria for the identification of the historical part of the city: so modern architecture became part of the historical city for the first time in Italy.
A specific part of the Plan, called Charta for the Quality [of Urban Spaces] (Carta per la qualità) locates particular areas, around modern architectures and district, to preserve the original character of the urban framework, the conservation of the original ideas as regards the specific urban system, the improvement and usability of the relevant areas in these architectural complexes, the conservation and restoration of the original characters of the buildings, especially as regards volumes, façades, construction details and plants of the said buildings.