Astrit Schmidt-Burkhardt_Maciunas, l’eterno classificatore
George Maciunas, Learning Machine, 1969
Storia come cronologia
Le Learning Machines di Maciunas sono fatte di carta e colla. La loro struttura segue la cronologia. L’ordine sistematico all’interno della cornice delle coordinate del tempo storico e dello spazio geografico garantisce l’orientamento. In questo reticolo la superficie bidimensionale è suddivisa in moduli storici. Sul piano dell’oggetto è possibile distinguere tra grandi e piccole colonne, sul piano dei fatti stessi si osserva il tentativo di imbrigliare il caos della storia. Se la superficie non era sufficiente o dovevano essere fatte delle correzioni, allora Maciunas, con l’ausilio di un bisturi, aggiungeva col collage dei pezzi di carta nel suo sistema planimetrico, passando alla terza dimensione. La direzione di lettura di questi excursa può variare. In colonne verticali si inseriscono blocchi di testo posti orizzontalmente. Le cronologie, per quanto possano essere complesse ed intricate, rappresentano elenchi di avvenimenti. Con la loro registrazione quantitativa della storia non contribuiscono ancora alla definizione qualitativa del passato. Affinché la sequenza additiva dei fatti possa trasformarsi in una produzione di significato devono essere creati nessi causali tra i singoli fatti, scoperte le intenzioni e chiariti i processi. Solo a questo punto essi, da “plain narratives” diventano i cosiddetti “significant narratives”, per usare un criterio distintivo di Arthur Danto(4). Per fare della cronologia un significant narrative occorre la causalizzazione degli eventi. Già indicazioni elementari fanno mutare la “documentary evidence” in una “conceptual evidence”, trasformando così la storia come rilevazione in una narrazione plausibile(5). Nonostante il suo immenso sapere fattuale, Maciunas teneva soprattutto alla “conceptual evidence” dei diagrammi storici, un’evidenza che egli cercava di creare attraverso l’impiego argomentativo di frecce. Come impulsi per una visione relazionale, i vettori creano nessi a vasto raggio, guide per il pensiero che generano una verità deduttiva, linee di forza che simboleggiano la potenza dell’efficacia storica. In ogni caso viene sottolineata la forza esplicativa della schematica rappresentazione storica. Maciunas punta in tal modo alla strategia di persuasione di diagrammi utilizzati in un’ottica didattico-illuminista.
George Maciunas, Greek and Roman History of Art Chart (detail), c. 1955-60
Riorganizzazione del sapere
Gli interessi estremamente ampi e diversificati di Maciunas e il suo approccio universalistico richiedevano una forma adeguata di gestione del sapere. Il diagramma appariva lo strumento più adatto, nella misura in cui esso ordina i fatti, riduce le complessità e produce senso. Tramite il diagramma era possibile rendere visibile e dominabile il campo del sapere in continua espansione, come Maciunas riassunse retrospettivamente nel suo Preliminary Proposal for a 3-Dimensional System of Information Storage and Presentation (8). In questo testo Maciunas affronta l’inefficienza del sistema formativo americano, di cui individuava le cause nella precoce specializzazione e frammentazione del sapere. Maciunas era consapevole di quanto affermava, aveva studiato a lungo, rispetto alla media, e aveva avuto modo di conoscere luoghi di formazione diversi e rinomati. Maciunas riassunse le sue proposte d’intervento nella Learning Machine (1969). Con questa tassonomia simile ai diagrammi criticava duramente il metodo lento e linearnarrativo dei media tradizionali di informazione come libri, conferenze, televisione, film o computer. Maciunas, che leggeva malvolentieri i libri, sostituì la trasmissione testuale del sapere con un sistema di informazione visivo. Egli aveva in mente uno schema del sapere tridimensionale che doveva essere caratterizzato da un guadagno di tipo temporale, che una chiara visione d’insieme avrebbe offerto. Anche se la Learning Machine concepita come rassegna generale di tutti i campi del sapere non va oltre un albero categoriale bidimensionale, la sua cornice interdisciplinare fornisce però una linea guida vincolante. Il pensiero interconnesso deve contribuire a non far perdere di vista le relazioni più grandi. Soltanto in tal modo, secondo Maciunas, è possibile superare i limiti del sapere dovuti alla specializzazione. Partendo da una formazione culturale generale, gli studenti avrebbero dovuto specializzarsi poco a poco in un percorso di quattro anni.
Maciunas promosse, nell’ambito delle sue proposte di riforma, il ricorso a seminari interdisciplinari da cui avrebbero tratto vantaggio in particolar modo gli studenti avanzati. Altrimenti, questo il suo timore, le chances di sopravvivenza professionale dei futuri artisti sarebbero diminuite drasticamente. La gravità della situazione è inscritta nel Curriculum Plan (ca. 1968-69) attraverso un SOS tipografico. Secondo Maciunas era tempo, ormai, di riorganizzare la trasmissione del sapere.
[Astrit Schmidt-Burkhardt]
NOTE
(4) vedi, Arthur C. Danto, Narration and Knowledge, New york 1985, pp. 116-119.
(5) ibid., pp.122, 125 seg., 226.
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(8) vedi, George Maciunas, A Preliminare Proposal for a 3-Dimensional System of Information Storage and Presentation, in “Proposals for Art Education from a Year Long Study Supported by the Carnegie Corporation of New York 1968-1969”, San Francisco 1970, pp. 24-26, ibid., p.24.
Estratto da: Astrit Schmidt-Burkhardt Maciunas, l’eterno classificatore, in “No Order. Art in a Post-Fordist Society”, n.1 dic. 2010, Archive Book, Berlino, pp. 68-79 e pp. 228-230