Architettura e Potere

Il 5 marzo 2009 alle ore 17 presso l’Ordine degli Architetti PPC di Genova, in Piazza San Matteo 18, si terrà un incontro dal titolo “Architettura e Potere”, con la partecipazione di: Giorgio Parodi, Presidente Ordine PPC Genova | Enrico Arosio, giornalista, L’Espresso | Stefano Boeri, architetto e direttore di Abitare | Giovanni Caudo, urbanista, Facoltà di Architettura RomaTre | Massimo Ilardi, sociologo urbano, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno | Tommaso Principi, Paolo Brescia_ architetti /Open Building Research | Fabrizio Violante, critico cinematografico /Archphoto.it | modera: Emanuele Piccardo, architetto e curatore Archphoto.it | “L’architetto è stato sempre intimamente legato al suo contesto sociale. Egli è uno degli strumenti umani posti al servizio del potere dominante, ha il mandato di consolidare le posizioni. L’architettura, oltre ad assolvere ad una sua diretta funzione, ha sempre avuto il compito di mantenere il potere… L’architettura non è un fatto autonomo, come certe prime donne del disegno ci vogliono far credere; l’architettura nasce e si forma nel grembo della società, è il prodotto di una età specifica, di un epoca definita.” (Hannes Meyer) | L’architettura da sempre si relaziona con il Potere, essa stessa è la rappresentazione fisica del potere politico, economico e culturale del pubblico e del privato. La politica ha condizionato la costruzione e l’espansione delle città, individuando nell’architettura uno strumento di propaganda ideologica. Oggi, con la scomparsa dell’ideologia, la politica ha abbandonato il governo delle città delegando al mercato la regia delle trasformazioni urbane. D’altronde gli stessi architetti hanno contribuito ad alimentare questo appiattimento sulle regole del mercato, in cui il profitto occupa il primo posto, annientando quelle finalità sociali che l’architettura ha invece nel suo dna. Il permanere dell’intreccio tra affari-politica-architettura fa sì che si confonda il risultato del progetto, inteso come sintesi di un processo, con il manufatto edilizio costruito dai più spregiudicati immobiliaristi che producono la non città. Quale contributo può fornire l’architetto nel definire l’idea di città? Gli ultimi anni hanno evidenziato una doppia crisi: in primis, quella urbanistica ossia l’incapacità di regolamentare l’uso del territorio attraverso una normativa che limiti l’espansione incontrollata generatrice del fenomeno della città diffusa. La seconda causa va ricercata nella debolezza dell’architetto nei confronti del committente in termini di incidenza sulla qualità formale e costruttiva delle opere realizzate. L’assenza di una visione a largo raggio, al di là delle scadenze elettorali, pone la politica in una condizione di mediocrità culturale a cui l’architetto, con i suoi strumenti, deve sopperire. E’ il caso dell’Affresco che Renzo Piano regala alla sua città, Genova, dove immagina lo sviluppo urbano tra un decennio e oltre, ipotizzando uno scenario futuro. […] L’evento è una collaborazione tra Archphoto.it e l’Ordine degli Architetti PPC di Genova. Info: tel 010 2473272 fax 010 2473387 e-mail: infogenova@archiworld.it - www.ge.archiworl.it