Luca Mori_Hugo Pratt
Prima ancora di ogni storia c’è un vuoto astratto, una sospensione. Prima ancora di tutto c’è un gesto, un’azione esistenziale un pò alla Pollock ma figurativamente visionaria: un’allucinazione in cui si condensano racconti.
Prima ancora, c’è l’uomo. E come dice Umberto Eco in un suo articolo su La Repubblica, Pratt in Corto Maltese cerca soprattutto se stesso.
Un personaggio di carta può conquistare, diventare il passepartout per una o molte storie.
Può sedurre e coinvolgere in un legame che difficilmente si scioglie, semmai a scapito di quella parte identitaria che coincide con noi lettori. Infatti non solo di carta si tratta, ma di linee, gesti, tratti, lampeggianti fondi di colore. Ecco: una divisa, una riconoscibilità data da un codice di sguardi, dalla proporzione di gesti e figure.
Il viaggio tra i continenti costituisce il tema della straordinaria mostra dal titolo “Periplo immaginario”, la prima antologica di Hugo Pratt a 10 anni dalla sua scomparsa, allestita a Siena nel complesso museale di Santa Maria della Scala dal 24 marzo al 2 ottobre 2005.
Fin dall’inizio, percorrendo rapidamente la scansione di anni ed eventi della vita dell’artista ci è chiaro di essere di fronte ad una personalità eccezionale e cosmopolita, per la quale il nomadismo, seguendo le orme di Chatwin, è un ingrediente fondamentale del vivere e del decifrare il mondo.
A sottolineare questo aspetto, le 350 opere selezionate per l’esposizione senese sono state suddivise in sette sezioni geografiche: Occidente Sud, Occidente Nord, Africa, America latina, Nord America, Pacifico e Asia, connesse tra loro attraverso produzioni video originali. Nelle radici genetiche di Pratt vi sono l’Inghilterra ed il Medio Oriente, ma l’infanzia è nel Nord Africa, in Abissinia, dove lavora il padre, militare di carriera. Poi l’universo delle uniformi pervaderà inesorabilmente il suo mondo fantastico quando a soli quattordici anni verrà arruolato nella polizia coloniale. La letteratura anglosassone lo appassiona, specie il romanzo d’avventura. Legge avidamente i libri di James Oliver Curwood, Zane Gray, Kenneth Roberts, e soprattutto verrà affascinato da “Terry e i pirati” di Milton Caniff.
Egli racconta che fu sua nonna ad introdurlo al mondo del disegno, abituandolo a raccontare per immagini ciò che aveva visto durante il giorno, rappresentando solo ciò che vedeva realmente con i propri occhi. Il fumetto rappresentava il miglior connubio delle sue passioni.Nel ‘43, alla morte del padre, torna in Italia. A Venezia, nel 1945, Hugo Pratt partecipa, insieme con un gruppo di amici, alla realizzazione di una rivista di fumetti, l’”Asso di Picche”. In questo momento inizia ufficialmente la sua carriera di disegnatore. Sarà grazie a questa rivista che il ‘gruppo di Venezia’ verrà contattato da un’importante casa editrice argentina: Hugo Pratt parte così per Buenos Aires nel 1949 rimanendovi per circa tredici anni.
In Argentina conosce disegnatori come Salinas o i fratelli Del Castillo, musicisti come il jazzista Dizzy Gillespie, impara lo spagnolo ed il tango. Scopre gli scrittori latino-americani, come Octavio Paz, Leopoldo Lugones, Jorge Luis Borges e Roberto Arlt, e darà vita al personaggio di “Sgt. Kirk” su sceneggiatura di Héctor Oesterheld. Parallelamente si alternano le figure femminili della sua vita: Gucky Wogerer, Gisela Dester, e Anna Frogner, che da ragazzina gli aveva ispirato il personaggio di “Anna nella jungla”. Poi, dopo una breve parentesi a Londra, risiederà ancora in Italia, dove nel 1967 incontra Florenzo Ivaldi, un genovese appassionato di fumetti, con cui decide di lanciare un mensile per presentare al pubblico italiano oltre che la propria produzione argentina, i classici americani e le sue novità. Nel primo numero della rivista intitolata “Sgt. Kirk”, appaiono nove tavole di una nuova storia, “Una ballata del mare salato” dove esordisce il personaggio di Corto Maltese.
Il nome stesso è un mix referenziale efficacissimo tra “corto” che in argot spagnolo significa “veloce” e le atmosfere bogartiane del “Falcone Maltese”.
Il materiale della mostra è molto ricco e permette di vedere ad esempio delle bozze degli anni ‘70 fatte con la biro o dipinti in cui il fumo della sigaretta disegna tracce concentriche ad occupare quasi tutto il foglio, un aereo labirinto su cui è scritto, in basso, a matita: “ad ovest di nessun luogo”.
Si vede qui come i tratti di Corto negli anni diventino più essenziali, e l’attenzione di Pratt si concentri di più sull’architettura di linee costituita da ali di gabbiani, linee dell’orizzonte, alberi e vele. Egli era solito, nel corso della costruzione dei suoi racconti, fare degli acquarelli (spesso di straordinaria bellezza, come quelli presenti nell’esposizione) in cui cercava di mettere a fuoco personaggi e situazioni. Qui si prende coscienza di come l’acquarello sia una tecnica difficile e “veloce”, quasi una meditazione zen. In questa maniera di dipingere, infatti, il tempo che separa lo schizzo dall’opera completa tende ad annullarsi. Teoricamente la preparazione e la realizzazione coincidono, tutto deve essere colto nello stesso movimento, altrimenti si rapprende e muore. Erano questi i momenti magici in cui tutte le fascinazioni culturali e le figurazioni immaginarie prendevano corpo.
E’ evidente come il fumetto, nelle sue espressioni migliori, possa essere un’arte alla stregua del cinema e della letteratura da cui prende elementi linguistici e li fa convivere in una struttura autonoma. In questa possono coesistere più livelli di espressione e di lettura.
Il racconto di una storia, che di per sè è eminentemente descrittivo, lascia spazio a momenti di silenzio in cui quel dato racconto può fondersi con tutti gli altri, il tempo narrativo si ferma, il personaggio-autore diventa autoreferenziale, e la striscia diventa quadro, opera d’arte.
L’ostentazione figurativa del dettaglio e della perfezione nella citazione trascende negli equilibri astratti dei paesaggi, in quelle campiture di cielo che richiamano alla memoria le bicromie di Rotchko.
Di notevole qualità risultano essere l’allestimento a cura di Cong SA ed il contesto di Palazzo Squarcialupi magistralmente restaurato dall’architetto Canali.
Il presupposto è quello di percorrere organicamente la complessa evoluzione artistica dell’autore che scaturisce dalla fusione di due elementi fondamentali della sua esistenza: i luoghi della vita ed i luoghi delle fonti letterarie.L’esposizione percorre gli itinerari tracciati dalle vicende dei personaggi di Hugo Pratt tra Venezia, Mondo Celtico, Africa, America Latina, Nord America, Pacifico e Asia.
Il visitatore vi accederà passando di preferenza attraverso sette grandi porte successive che sono quindi al tempo stesso dispositivo scenografico per percorrere il viaggio e mezzo tecnico per mostrare produzioni audiovisive, immagini e luci in armonia con le opere esposte.
Le immagini e i filmati hanno un efficace ruolo di connessione fra i percorsi e le citate sezioni geografiche, ed introducono il visitatore al mondo fantastico di Pratt, alle sue basi culturali ed alle sue opere.
Periplo Immaginario
Hugo Pratt a Palazzo Squarcialupi - Santa Maria della Scala, Siena.
24 marzo / 2 ottobre 2005
un evento promosso da Fondazione Monte dei Paschi di Siena
Con il patrocinio di
Comune di Siena
Amministrazione Provinciale di Siena
Produzione e realizzazione: CONG SA - LOSANNA
Allestimento: Christophe Pillet, Giovanni Mezzedimi, anyscreen
Curatrice: Patrizia Zanotti
© copyright archphoto-Luca Mori