UFO, Urboeffimero n.6 , Via Micheli, Firenze 1968
Gli UFO erano sicuramente analogici e non digitali. E così anche l’Utopia dei nostri Happening era analogica, con il ‘coinvolgimento’ diretto del pubblico, e non con le lezioni a distanza della Pandemia. C’è stato però un eccesso di cattiveria nella resa dei conti generazionale, che sembra aver interessato tutto il mondo. Proprio nel momento in cui la mutazione genetica si stava attuando, rivelando nuove e inedite possibilità, tutto si è improvvisamente congelato, anche il vaccino. Forse in un prossimo futuro, ci dovremo far impiantare degli elettrodi nel cervello, naturalmente a pagamento, che renderanno più facile comunicare fra esseri umani. Anche il sesso perderà l’affascinante rappresentatività delle immagini, e nella realtà virtuale basterà digitare un numero per provocarci reazioni indicibili. Un poco come quei pazzi che si raccontavano barzellette sostituendole con i numeri!
Anche il futuro ha preso una brutta piega. Del resto, in passato, i contrasti fra generazioni si risolvevano con le guerre. La Pandemia è più colossale e colpisce più i vecchi fragili che i giovani pimpanti. Però i luoghi di aggregazione che sono stati le nostre scuole, le nostre facoltà, le nostre piazze le nostre discoteche, sono diventate i luoghi più pericolosi dal punto di vista del distanziamento sociale. Si è sostituita una pandemica diffidenza, che non risparmia tutti e nessuno. E’ vero abbiamo esagerato, lo riconosce anche Andrea Branzi nel suo libro di qualche anno fa: “Una generazione esagerata” (Ed. Baldini e Castoldi). Per parte mia non sono più entrato in una discoteca da quella volta che ne sono uscito con un gran male alle orecchie e con i timpani sanguinanti. Saranno passati più di cinquanta anni.
Ma vaglielo a spiegare ai giovani di oggi!
Ora capisco perché fanno tanta pubblicità agli apparecchi acustici. Tutto è stato paradossale. Mi ricordo che con gli UFO nel ’68 volevamo fare un film sul Movimento Studentesco alla Facoltà di Architettura di Firenze in Via Micheli a P.zzo S.Clemente. A questo scopo pensavamo di mettere la cinepresa in cima al corridoio del piano terra, sulle scale, nei bagni, nell’aula magna, nel giardino. Sarebbe venuto fuori un risultato da ‘time-lapse’ con effetti esilaranti. Nei primi anni ’60 andavamo in S.Spirito dove sul marciapiede del Bar Ricchi c’erano quattro o cinque tavolini allora frequentati assiduamente da noi studenti dei primi anni di università e dai folkloristici abitanti di quel quartiere: tra tutti Picchio e Puntine che si esibivano in arie d’opera cantate a squarciagola. E così via.
Tutti gli anni il numero dei frequentatori aumentava, fino a raggiungere due o tremila persone. Diventò un fenomeno di costume che poi si chiamerà ‘movida’. In seguito lo stesso fenomeno toccò ai ristorantini. Noi andavamo da ‘Nello’, che al momento del conto domandava con aria subdola : ‘Bongo-Bongo’ ? Voleva sapere se doveva mettere in conto anche il dolce ‘Profiterol’. Era come sottoporsi alla macchina della verità. Ebbene, oggi anzi ieri, tutto questo è diventato un ‘mangificio’. E io ho immaginato che la trasformazione genetica non si sarebbe arrestata. E che nel futuro gli esseri umani avrebbero avuto due o tre bocche con relative lingue, quattro paia di occhi, non so quanti stomaci e intestini ecc…Fino ad arrivare ai programmi di cucina televisivi, che ci fanno mangiare a tutte le ore!
Questo ha significato diventare ‘Consumatori’, nel bene e nel male. Come nel ‘L’apprendista stregone’ di Topolino, le scope si mettono a ballare da sole su e giù per le scale danzando sulla musica di Ponchielli : ‘La danza delle ore’, e lavando le stesse scale infaticabilmente, risparmiando il lavoro a Topolino, e a tutti gli altri esseri umani. Si tratta di un’illusione, certo, ma che era figlia della bomba atomica, della reazione a catena e dell’energia nucleare. La ‘fissione semantica’ tra significati e significanti aveva ampliato infinitamente i territori del linguaggio e del pensiero visivo e non (vedi Joyce e il suo’ Finnegan’s wake’). La pandemia ci sta facendo ricredere, e già abbiamo una struggente nostalgia della vita precedente. Le nostre utopie colorate e non poi così innocenti come pensavamo, lasciano aperta la strada al virus, e forse solo la scienza con i prossimi vaccini, ci garantirà un futuro di nuovo vittorioso e possibile, ma fino a quando? L’umanità ha infinite risorse, la Terra no. Il nostro pianeta stressato dallo sfruttamento, dal sovraffollamento, ci sta lanciando segnali preoccupanti, che però non sembriamo in grado di cogliere appieno. Abbiamo tentato di essere felici qui e subito, e non come succedeva in passato, nei sempre rimandabili regni dei cieli e delle ideologie. Ecco quale è stato il nostro peccato originale: abbiamo, come Adamo ed Eva, avuto il coraggio di infrangere le regole, ci ha fatto molto piacere ma siamo stati puniti.
Pazienza, ci inventeremo nuovi paradisi terrestri, fanculo!
13.11.20