Bas Princen

23 settembre - 8 ottobre 2011, Roma
La Casa dell’Architettura presenta, per la prima volta a Roma, il lavoro di Bas Princen (1975), tra i principali rappresentanti della fotografia contemporanea, che ha ottenuto nel 2010 il leone d’argento alla XII biennale di architettura di Venezia. Architetto e designer di formazione, Princen fa parte di una generazione di artisti che considera l’architettura quale punto di partenza privilegiato per contribuire all’attuale dibattito dell’arte contemporanea. Dal 2004, anno di pubblicazione del suo primo libro fotografico, Artificial Arcadia, Princen interroga le possibilità rappresentative offerte dalla fotografia per leggere le trasformazioni dei grandi agglomerati urbani del nuovo millennio. Per il fotografo la macchina fotografica è lo strumento capace di costruire la rappresentazione delle proprie idee di luogo, architettura e paesaggio. Le sue immagini, realizzate in tutto il mondo, non formano un archivio del contemporaneo ma trovano il loro compimento nello spazio del libro fotografico e delle stampe monumentali. […] La mostra all’Acquario Romano espone una serie di nove fotografie selezionate dalla serie Reservoir (2011), l’ultimo progetto del fotografo olandese. Anche in questo caso la dimensione “ideale” delle immagini conduce ad un’astrazione temporale tipica di tutto il lavoro di Princen. I cantieri, le cave, le demolizioni e gli scorci di abitazioni compongono una visione fatta di rimandi estetici e formali che sublimano la funzione documentaria per assurgere a una serie di icone dell’architettura contemporanea. È proprio il rifiuto di produrre un archivio di documenti che costruisce la dimensione critica del lavoro di Princen. Nelle sue fotografie non si assiste all’epica narrazione delle imprese umane: schiere di operai abitano cantieri che sembrano estranei alla loro fatica, dove si costruiscono enigmatiche torri di babele. Grazie alla sapiente alternanza dei generi fotografici- dalla tradizione del vedutismo alla fotografia d’architettura - Princen compone rappresentazioni ideali che rifiutano qualsiasi rimando alla memoria del passato o alla gloria di un prossimo futuro e si impongono allo spettatore quali monumenti paradossali, simboli inquietanti della condizione contemporanea. Info: www.casadellarchitettura.it