Pasolini / De Martino. Science des gestes et danse des conflits

17 - 20 febbraio 2010, Roma
Si terrà presso la Salle de Cinéma Michel Piccoli, Académie de France, Villa Medici, Roma, “Pasolini / De Martino. Science des gestes et danse des conflits”, ciclo di proiezioni e di incontri su proposta di Georges Didi-Huberman, in collaborazione con Cyril Neyrat, borsista a Villa Medici. L’opera cinematografica di Pasolini, nei suoi film come nei documentari, è mossa da un’ambizione antropologica: a partire dalle osservazioni sui costumi dei popoli e sulla loro gestualità, esprime le forme arcaiche di resistenza alla normalizzazione capitalista. Mentre Pasolini girava i suoi primi film, il grande etnologo Ernesto de Martino scriveva Morte e pianto rituale antico (1958), Sud e Magia (1059), La terra del rimorso (1961). Durante questi anni fu il solo studioso in Italia a interessarsi alla portata del cinema nel campo dell’etnologia. Il percorso di Pasolini e quello di De Martino si è incrociato, le loro opere echeggiano fortemente l’una con l’altra. Negli anni in cui Pasolini realizzava Accattone o Il Vangelo secondo Matteo, De Martino utilizzava il cinema e la fotografia come strumenti di una ricerca fondata su quella stessa alleanza fra espressività dei corpi sensibili e impegno politico: ovvero ricercare nei costumi del Mezzogiorno la sopravvivenza arcaica, pagana dei riti, per rivelarne la singolarità di una cultura e di un popolo oppresso, minacciato dalla “tempesta del progresso” (Walter Benjamin). L’etnologo ha illustrato un album fotografico, l’Atlante figurato del pianto, ha prestato la sua consulenza scientifica per diversi etnografi che hanno realizzato alcuni documentari e archivi audio-visivi sulla gestualità e sui riti dei contadini del Sud. Nel 1953 De Martino affermava che il film Lamento funebre, di Michel Gandin, potesse “essere la prima voce di un’enciclopedia cinematografica”, che non fu mai realizzata per mancanza di mezzi. Durante i suoi lavori su Aby Warburg (L’immagine sopravvissuta, 2002), e la nozione di “survivance” (Sopravvivenza delle lucciole, 2009), lo storico dell’arte Georges Didi-Huberman propone di analizzare “le analogie, i parallelismi, le divergenze tra l’opera del poeta e quella dell’antropologo”. Tutto ciò attraverso una programmazione che metterà a confronto alcuni film di Pasolini e i documentari realizzati dall’entourage di De Martino partendo dai suoi studi etnologici (Taranta di Gianfranco Mingozzi, Stendali, di Cecilia Mangini, il cui testo è stato elaborato da Pasolini, così come i documentari di Lino Del Fra, Luigi di Gianni e Michele Gandin). Georges Didi-Huberman sarò presente durante i tre giorni di incontri, per dialogare con gli invitati. Darà una conferenza a fine ciclo. Info: tel +39 06 6761291 e-mail: stampa@villamedici.it - www.villamedici.it