Vincenzo Castella - city [ ’siti]
23 gennaio - 23 febbraio 2010, Verona
Si terrà presso lo spazio Studio la Città, Lungadige Galtarossa 21, Verona, la mostra fotografica di Vincenzo Castella “city [ ’siti]”, a cura di Marco Scotini. Ci si orienta in una foto di Vincenzo Castella come ci si smarrisce in una città di cui abbiamo perduto, con sorpresa, le coordinate. Eppure queste immagini di Castella non sono altro che panorami urbani. Il punto di vista è sopraelevato, la veduta è prospettica, lo spazio sembra ridursi ad una topografia decifrabile e leggibile. Ma la presa panottica sulla realtà che dovrebbe garantirci un’unità stabile e totale, ci rivela — al contrario — un altro ordine di spazialità: un insieme di possibilità simultanee, frammenti di traiettorie plausibili, deviazioni improvvise, resistenze inafferrabili che sfuggono a ogni forma di classificazione dello spazio. Le immagini urbane di Castella lasciano riaffiorare tutto ciò che la rappresentazione panoramica, per statuto, esclude e sopprime: la città abitata, le sue procedure impercettibili, le sue funzioni reali, lo spazio vissuto. È come se una sorta di vertigine si insinuasse sulla superficie orizzontale che satura, attraverso la sovrapposizione delle stratificazioni architettoniche, il campo visivo dell’immagine. I grandi frammenti urbani di Castella si presentano sempre come l’effetto architettonico di movimenti dal basso, di ridistribuzioni di funzioni, di metamorfosi continue, di accumulazioni lente. Dietro ogni strato ce n’è sempre un altro che ne rivela un altro ancora, secondo concatenamenti diversi, molteplicità non riducibili ad un ordine, sistemi acentrici. Castella legge i percorsi e le traiettorie urbane come le trame di un racconto e, come le trame narrative per Viktor Sklovskij sono nomadi, così anche quelle urbane ritornano con le stesse matrici spaziali a diverse latitudini e longitudini, quasi fossero una sorta di inconscio urbano, una narrazione conosciuta ma taciuta. Andare da una immagine all’altra del libro SITI è come fare un viaggio immobile, non in transito, all’interno di una sola città. Le maglie urbane di Torino e di Amsterdam, gli isolati di Le Havre e Berlino, gli insediamenti di Napoli e Gerusalemme si sovrappongono nello sguardo, si concatenano tra loro secondo un movimento di ripetizione e differenza in cui non ci sono copie, analogie etc, ma un insieme innumerabile di singolarità, di molteplicità, di divenire. Non ha detto Deleuze che il vero nomadismo è quello di colui che non si muove? (Marco Scotini). Info: tel +39 045 597549 e-mail: lacitta@studiolacitta.it - www.studiolacitta.it