Filosofia e Design. Sul protagonismo degli oggetti
L’11 maggio 2009 alle ore 16, presso la Sala Ferri, Gabinetto Vieusseux, Palazzo Strozzi, a Firenze, si terrà il 4. incontro della serie ‘La Filosofia e l’Altro’, dal titolo “Filosofia e Design. Sul protagonismo degli oggetti”, a cura di Patrizia Mello. Interventi di Mario Costa, Patrizia Mello e Marco Zito. Da quando l’utilità specifica degli oggetti e la propria soddisfazione personale sono diventati un tutt’uno, scavalcando il muto apparire delle cose, le implicazioni di natura antropologica ed estetica legate al mondo oggettuale si sono moltiplicate. Gli oggetti funzionano, infatti, non solo per la loro efficienza pratica ma anche affettiva e, negli ultimi tempi, con l’ingresso dell’elettronica, sono diventati forme di proseguimento dell’umana presenza, tanto da tratteggiare universi autonomi di operosità, di saggezza e di partecipazione visiva, seguendo il filo di un protagonismo sfaccettato, che necessita di nuove interpretazioni. La scelta degli oggetti diventa sempre più un fatto di cultura personale che porta ciascuno a veicolare parte di sé anche attraverso di essi. In un certo senso, l’uomo, materia viva, declina parte della propria immagine personale al mondo inanimato e lascia che questo parli al proprio posto. Senza contare il legame forte con il territorio da cui gli oggetti provengono. Come scrive Aldo Colonetti, gli oggetti rappresentano una sorta di “DNA culturale” che identifica le persone, la natura, le contraddizioni di un determinato luogo. L’attuale contesto di vita è puntellato da una miriade di oggetti tra i più diversi: da quelli in grado di interfacciarsi con l’umano in maniera ravvicinata nella sequenza di dialoghi intimi e prolungati (dall’iPod ai computer palmari), a quelli che continuano ad esaltarne gli aspetti glamour (divorando lo spazio intorno), a quelli che ne minano illusioni e certezze (alterando il sapore acre della carne), a quelli soporiferi (che godono di grande fortuna), a quelli che ne racchiudono parentesi di saggezza (come cariatidi sempre al posto giusto). Ciò che scaturisce è la nascita di un ordine simbolico “oggetticale”, come lo ha definito Michel Maffesoli, che fa testo in proprio. Diventa perciò necessario fermarsi a riflettere su tale dimensione vitale del design, valutando in maniera allargata la realtà degli oggetti nel quotidiano fluire dell’esistenza, come veicolo di comprensione dell’attuale complessità del sociale, dei mutamenti che ne attraversano il “divenire” in ambienti urbani extra large, troppo spesso disorientanti, distanti dal senso comune, lo stesso che possiamo leggere, invece, nel carattere colloquiale e facilitato degli oggetti di design. Come afferma Andrea Branzi, oggi “il design può occupare una nuova centralità dentro alla questione urbana; i microsistemi su cui esso opera costituiscono l’unico plancton connettivo dell’ambiente costruito”. (Patrizia Mello) Info: tel +39 055 2776461 fax +39 055 2646560 e-mail: l.rinaldi@fondazionepalazzostrozzi.it - www.palazzostrozzi.org