Giampaolo Nuvolati - Lo sguardo vagabondo. Il flâneur e la città
Il 21 aprile 2009, ore 17-19, presso la Facoltà di Architettura, Asilo Sella, aula magna p. terra, Lungomare Garibaldi, Alghero, nell’ambito del Blocco Pianificazione Territoriale, corso di Sociologia 2° anno PTUA, si terrà una lezione e la presentazione del libro di Giampaolo Nuvolati “Lo sguardo vagabondo. Il flâneur e la città”. Il libro può essere considerato una sorta di apologia delle virtù conoscitive della flânerie, quell’attività che consiste nell’osservare in modo insieme aderente e impartecipe lo spettacolo della città delle merci. Il termine “flâneur”, riferito in origine (verso la fine dell’Ottocento a “poeti e intellettuali che, passeggiando tra la folla dei cittadini consumatori, ne osservavano criticamente i comportamenti”, si presta oggi a un riuso piuttosto allargato: l’autore intende offrire una panoramica di queste innovazioni semantiche, correlandole agli elementi che caratterizzano la “società tardomoderna”. Nata nell’Ottocento per designare poeti e intellettuali che passeggiando tra la folla ne osservavano criticamente i comportamenti, codificata dal Benjamin dei “Passages” parigini, la nozione di flâneur sollecita oggi con forza l’interesse delle scienze sociali e della filosofia, ma anche della letteratura e del cinema, per la capacità di identificare una particolare pratica di viaggio e di esplorazione dei luoghi, di rapporto riflessivo con le persone e gli spazi. La riflessione sul flâneur ha preso recentemente diverse angolazioni: per alcuni egli è il simbolo della modernità avanzata; per altri l’erosione delle esperienze collettive in spazi pubblici sancisce invece la fine del flâneur; altri ancora parlano di “privatizzazione” della flânerie. Animale urbano per eccellenza, allevato alla dura scuola della metropoli moderna, il flâneur incarna il desiderio di libertà errabonda nell’individuo imprigionato da vincoli territoriali, ideologici, professionali; la ribellione contro le pratiche consumistiche di massa, specie contro il turismo mordi e fuggi; l’aspirazione ad assaporare la vita secondo ritmi più meditati; il recupero della sensibilità come forma di conoscenza. Trapiantata dalle gallerie parigine nelle periferie urbane e nei grandi centri commerciali metropolitani, la figura del flâneur sembra testimoniare lo smarrimento dei nostri giorni, ma anche il desiderio di sperimentare nuove relazioni con i luoghi e i loro abitanti. *[Giampaolo Nuvolati è docente di Sociologia dell’ambiente e del territorio all’Università di Milano Bicocca. Con Il Mulino ha pubblicato “Popolazioni in movimento, città in trasformazione. Abitanti, pendolari, city users, uomini d’affari e flâneurs” (2002)]. Info: Serena Orizi, tel +39 079 9720431 fax +39 079 9720420 e-mail: serena.orizi@uniss.it - www.architettura.uniss.it