Intervista a Yona Friedman_prima parte
Archphoto incontra nel suo appartamento parigino, l’architetto Yona Friedman, inizia così una serie di approfondimenti dedicati al tema della sperimentazione in architettura, oggi sempre più assente, in un lento avvicinamento alla prossima Biennale di Architettura di Venezia. Yona Friedman ha attraversato la II Guerra Mondiale sfuggendo ai rastrellamenti nazisti ed è vissuto per circa un decennio in Israele nella città di Haifa prima di trasferirsi stabilmente a Parigi nel 1957. Nel 1956, al X Congresso Internazionale di Architettura Moderna di Dubrovnick, il suo “Manifeste de l’architecture mobile” contribuì a mettere in discussione definitivamente tutte le ardimentose volontà pianificatorie della progettazione architettonica e urbanistica. Proprio durante quel congresso si cominciò a parlare di “architettura mobile” nel senso di “mobilità dell’abitare”. La prima parte dell’intervista riguarda proprio il significato di sperimentazione nella ricerca che Friedman ha sviluppato dagli anni cinquanta del novecento.
Archphoto ringrazia Yona Friedman e la Fondazione Ratti di Como e in particolare Anna Daneri.