Silvia Maria Rossi - Intervista a Roberto Maggiori_ su UnDo.net
Silvia Maria Rossi, curatrice del progetto ‘Magazines’ di UnDo.net, intervista Roberto Maggiori, direttore della rivista Around Photography | La fotografia costumi e consumi_ “…Quando abbiamo iniziato, mancava in Italia una rivista che intendesse la fotografia non come un’occasione decorativa o legata alla documentazione, ma come strumento di riproduzione e relazione con quanto ci circonda. In altre parole mancava un luogo di riflessione sulla registrazione visiva di un’esperienza, di uno spazio, di una situazione o di un (s)oggetto che un autore può operare per le finalità più svariate. Il tema è affascinante e sterminato, basta pensare che il 90% dell’esperienza e conoscenza di quanto depositiamo nel nostro immaginario è veicolato dal “fotografico” che ritroviamo nei più svariati media: dalla stampa alla televisione, fino al cinema, ad internet e ai video più o meno amatoriali. Medium che sottintendono sempre la regia di chi sta dietro l’obiettivo o orchestra la registrazione. Around Photography si occupa appunto di riflettere sulle potenzialità e sull’uso e consumo del fotografico che, a prescindere dal media utilizzato, è comunque riconducibile alla rivoluzionaria invenzione di Niepce, Daguerre, Talbot e conseguentemente dei Fratelli Lumiere (la famosa fotografia in movimento…). Quest’allargamento del concetto di fotografia non è azzardato come sembra, non a caso in ambito anglosassone con il termine camera si intendono sia le macchine fotografiche che le tele o video camere e le cineprese; tutti derivati della camera obscura. Dal Rinascimento ad oggi (dall’entrata della camera oscura nell’ambito della pittura) la maggior parte degli artisti ha per certi versi lavorato sul “fotografico”, si è cioè spesso interrogata su come riprodurre delle forme di esperienza, proprie o altrui, nella maniera più verosimile e credibile attraverso l’aiuto di strumenti tecnologici. L’invenzione della macchina fotografica, ma sarebbe meglio dire dell’emulsione fotosensibile, ha poi apportato a questo discorso un cambiamento qualitativo che è anche stato un cambiamento epocale che oggi definiamo arte contemporanea[…]”. > continua su www.undo.net