Davide Ferrario - Foto da Galera

9 marzo - 9 aprile 2007, Bergamo
Si inaugura l’8 marzo alle ore 18, presso Porta Sant’Agostino, a Bergamo, la mostra “Foto da galera”, un’esposizione di fotografie realizzate nel 2002 dal regista cinematografico Davide Ferrario, che si trasforma, per la prima volta nella sua carriera, in fotografo. Nell’estate del 2002 la direzione del carcere milanese di San Vittore ordina la ristrutturazione del quarto e quinto braccio dell’istituto di detenzione. Si tratta di celle sovraffollate, occupate da più di ottocento detenuti in attesa di giudizio. Ferrario ottiene il permesso di entrare nei bracci svuotati prima della ristrutturazione. Porta con sé una macchina fotografica e per un giorno intero scatta fotografie a quei muri scrostati, fissando immagini di speranza e rassegnazione, congelando tracce di vita e di attesa in quegli spazi angusti e decadenti. Ferrario sceglie la strada più ardua e, forse, più vera per raccontare il carcere: quella delle cose. Non c’è un volto fotografato, non il viso di un solo recluso. […] Quello di Ferrario è un lavoro di semplificazione, uno sguardo su come ognuno rielabora il proprio spazio e come lo spazio si modifica irreversibilmente al passaggio dell’uomo. Tre gli elementi ricorrenti: la geografia, intesa come bisogno di segnare il territorio ma anche come ricordo (nei disegni dei detenuti di cartine geografiche); la religiosità, quella un po’ infantile delle grandi immagini barocche e, spesso fortemente mescolata alla rappresentazione della fede; la sessualità, a volte in un elegante corpo femminile, più frequentemente volgarizzata (emblematico il dualismo nell’immagine della Dama con Ermellino di Leonardo accanto a quella sessualmente provocante di Paola e Chiara sulla copertina di una rivista glamour). In occasione della mostra alla Porta di Sant’Agostino due architetti dello studio New Landscapes, Davide Pagliarini e Francesco Decandia, hanno progettato un allestimento che riflette con grande sensibilità sulla complessa dinamica che regola i rapporti tra il carcere e il mondo esterno. Le fotografie di Ferrario sono allestite lungo due corridoi di cemento. Lo spettatore è costretto a percorrere uno spazio limitato, la cui estetica spoglia accoglie le immagini “strappate” dalle pareti del carcere, mentre una serie di sottili feritoie ricavate nelle pareti del volume permettono di “rubare” dall’esterno qualche scorcio di immagine e dall’interno di “osservare sentendosi a propria volta osservati”. Lo spazio centrale, compreso tra i due volumi che ospitano le mostra fotografica, diventa luogo di incontro e di dibattito o si trasforma in arena cinematografica, ospitando le molte iniziative organizzate in occasione di “Non solo carcere per assicurare giustizia”. Una collaborazione tra: Comitato Carcere e Territorio, Comune di Bergamo Attività Culturali e Turismo, Bergamo Film Meeting, Laboratorio 80, Fondazione Antonio Mazzotta. Info: tel 035 342239 e-mail: info@lab80.it; www.lab80.it - tel 3939550650 e-mail: stampa@newlandscapes.org; www.newlandscapes.org