Parametro 267 (gennaio/febbraio 2007)_ Letteratura architettonica italiana. 1945-1999
Parametro 267 (gennaio/febbraio 2007)_ Letteratura architettonica italiana. 1945-1999
(numero a cura di Emma Tagliacollo). In una famosa recensione al fortunato libro di Aldo Rossi L’architettura della città, Vittorio Gregotti alla fine degli anni Sessanta osservava: “La generazione degli architetti italiani oggi tra i 30 e i 40 anni possiede credo alcuni tratti specialissimi… è stata la prima generazione a scrivere con continuità, a ritenere la riflessione critica e teorica una parte integrante della progettazione”. Come si pone oggi, rispetto a tale ingombrante eredità, il lavoro dei giovani gruppi di architetti chiamati a sviluppare la ricerca architettonica in Italia? Tra i codici comunicativi dell’architettura, il testo teorico ha perso in questi decenni dominati dalle strumentazioni informatiche la sua centralità. «Parametro» 267 analizza la letteratura specializzata della seconda metà del Novecento i cui testi rappresentano ancora la base fondativa del pensiero disciplinare e accademico odierno. L’esercizio della necessità della scrittura e le condizioni che ne permettono l’elaborazione costituiscono il nucleo di questo fascicolo monografico, composto da tre sezioni dedicate alla Storia, alla Composizione e all’Urbanistica, esplorate attraverso i saggi di Marco De Michelis, Franco Purini, Luigi Cervellati e con le interviste ai protagonisti di un periodo storico che ha fatto del libro uno dei suoi mezzi operativi principali: Francesco Dal Co, Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti, Bernardo Secchi riflettono, tra intrecci autobiografici ed esperienze professionali, sul ruolo del libro durante la loro formazione, ripercorrendo i momenti salienti delle vicende dell’architettura italiana del secolo scorso, dibattute rispetto alla produzione bibliografica intercorsa. L’ultima parte affronta alcune riletture critiche, selezionando libri insostituibili in una biblioteca dell’architetto: volumi originali che per qualità e contenuti avviano un ragionamento teso a recuperare la scrittura come elemento indispensabile per uscire dalla crisi e dalla marginalità in cui versa l’architettura italiana contemporanea, incapace di esprimersi senza pregiudizi in maniera incisiva sul piano storico e su quello dialettico. Il numero è chiuso da un’attenta indagine di Giovanni Corbellini sullo stato recente dell’editoria di architettura in Italia in relazione al panorama internazionale. su Parametro