Mario Cristiani_Arte all’arte
Il progetto Arte all’Arte é un progetto che l’associazione Arte Continua di San Gimignano ha ideato e organizzato negli ultimi sette anni in collaborazione con nove amministrazioni comunali, Casole d’Elsa, Colle di Val d’Elsa, Firenze, Montalcino, Poggibonsi, San Gimignano, Siena, Vinci, Volterra, tre amministrazioni provinciali: Siena, Pisa, Firenze, la Regione Toscana, La Comunità Fiamminga, L’Unione Europea, il Museo Leonardiano di Vinci, lo SMAK di Gent, il Museo Het Domein di Sittard.
Con questo progetto l’associazione Arte Continua ha cercato di creare un punto di contatto tra il mondo dell’arte contemporanea internazionale e alcune comunità locali toscane fortemente segnate dalla presenza dell’arte, specialmente medievale e rinascimentale, sviluppando due filoni di ricerca uno cercando interconnessioni tra Arte Architettura Paesaggio, e l’altro tra Arte Tecnica Tecnologia Scienza.
Siamo appassionati dell’arte di ogni tempo e per noi il medioevo il rinascimento e il bellissimo paesaggio toscano non sono esattamente il passato, o un’immagine da cartolina, ma una parte importante della nostra vita, del nostro presente, e ci auguriamo anche del nostro futuro.
Ho assunto la carica di presidente nel 1995 con lo scopo preciso di affermare che non si poteva accettare che nel nostro territorio si vivesse l’arte dei nostri giorni come qualcosa del più elementare e facile livello d’espessione quando non addirittura insignificante, e soprattutto con Maurizio Rigillo e Lorenzo Fiaschi, abbiamo provato e stiamo provando con caparbietà a costruire un’alleanza territoriale per fare quello che in questa piccola parte di mondo é stato fatto sempre, cioé cercare gli artisti più interessanti del momento e chiedergli di lavorare oltre che per l’arte anche per queste comunità.
Questo sia per poter risvegliare in questi luoghi, un’attenzione secondo noi mai sopita verso l’arte, sia per provare a vedere se oggi é possibile conquistare all’arte non solo lo spazio per gli specialisti e gli appassionati, ma anche il luogo in cui anche altri possono vivere meglio, o almeno essere messi in contatto con i linguaggi più interessanti che si vanno sperimentando oggi anche in altre parti del mondo.
Abbiamo cominciato questa avventura aiutati e stimolati da Luciano Pistoi, una persona che ci ha insegnato a guardare avanti e a non rassegnarci davanti alle difficoltà evidenti, a interpretare l’arte in questo senso e a cercare questo negli artisti, che sono stati fin dall’inizio i nostri alleati fondamentali.
Lavorando in realtà non molto grandi e su un terreno piuttosto difficile abbiamo avuto la fortuna di coinvolgere le amministrazioni locali attraverso il contato diretto, e quindi anche non avendo avuto a disposizione grandi risorse, siamo riusciti ad avere supporti e collaborazioni personali sia dei sindaci o degli operai o dei funzionari, tali che i progetti sono comunque arrivati alla fine con ottimi risultati, anche di coinvolgimento personale, questo anche per dire che sia gli amministratori che gli impiegati pubblici, come tutti, forse hanno solo bisogno di essere meglio informati e considerati, piuttosto che usati e incastrati in situazioni improbabili, dalle quali alla fine esce danneggiata solo la possibilità per l’arte del nostro tempo di essere considerata per quello che é.
Il nostro ruolo é essenzialmente quello di mediatori culturali tra i linguaggi che si generano a livello globale nel mondo dell’arte, e le comunità locali ed il patrimonio artistico di cui queste sono custodi, i ricercatori con i curatori e gli artisti di un punto d’equilibrio e di rapporto reale tra questi elementi.
Ogni anno scegliamo i curatori del progetto, che sono stati Laura Cherubini nel 1996, Jan Hoet e Giacinto di Pietrantonio nel 1997; Angela Vettese e Florian Matzner nel 1998 e 1999, Jan Hoet ed Elio Grazioli nel 1999, Gilda Williams e Roberto Pinto, nel 2000, Jerome Sans e Pier Luigi Tazzi, nel 2001, Alessandra Pace, Jan Hoet e Stijn Huits, nel 2002, Emanuela De Cecco e Vicente Todoli nel 2002, e con loro gli artisti da invitare cercando di tenere conto di come aprire un rapporto tra i due livelli, in questo senso cerchiamo di sostenere un’ottica di sviluppo autocentrato e diciamo che Arte all’Arte é un progetto Glocale.
Gli artisti sono chiamati a pensare ad un opera in relazione a un luogo o a una tematica, uno in ogni città, quindi ad agire in modo sensibile rispetto al contesto, a partire da questo aprire nella comunità locale una discussione sull’opera, quindi non un’invasione o un’imposizione violenta di certi punti di vista, ma un incontro, seguito da dibattiti pubblici e spesso da polemiche. Nei casi più riusciti si riesce a far diventare permanente l’opera dell’artista invitato in città, e questo è accaduto a Colle di Val d’Elsa nel 1997, con Sol Lewitt, Ilya Kabakov 1998, Alberto Garutti 2000, Loris Cecchini 2001, a Poggibonsi con Mimmo Paladino 1998/2000, e con Nari Ward 2001, a Casole d’Elsa con Sislej Xhafa nel 2000, a Montalcino con Jannis Kounellis nel 2001. Con Arte All’Arte vogliamo aprire anche una discussione sul possibile ruolo dell’Italia nel panorama internazionale, e sul possibile modello che possa specificamente essere sostenuto dal nostro paese in questo momento rispetto ad altre parti del pianeta.
Secondo noi, l’Italia non é riducibile ad un paese con pochi Musei d’arte contemporanea o senza Frac o KunstHalle, il nostro paese é il paese delle città d’arte, il luogo in cui l’arte è anche nei posti più piccoli e più sperduti, che ha molti pìccoli centri dinamici che fanno sistema ognuno da sé e anche nell’insieme, è da queste semplici riflessioni che nasce l’idea di realizzare simbolicamente il “distretto Artistico-Agroalimentare”, nella provincia di Siena a partire dalle città di Casole d’Elsa, Colle Val d’Elsa, Montalcino, Poggibonsi, San Gimignano e Siena, ed il “distretto Artistico Tecnologico Ambientale” nell’area che va da Firenze e Vinci, ma allargando il discorso in chiave Europea, in collaborazione con il Museo SMAK di Gent in Belgio, diretto da Jan Hoet, il Museo Het Domein, di Sittard in Olanda, diretto da Stjin Huits, il Palais de Tokyo, di Parigi diretto da Nicolas Bourriaud e Jerome Sans, il Museo Arken di Copenhagen.
In definitiva non abbiamo accettato la logica Museo/non Museo, o spazio aperto/spazio chiuso, o solo pubblico o solo privato, abbiamo cercato di modulare le specificità cercando i punti di raccordo e di valorizzazione reciproca, non dimenticando che insistere sulle frizioni o sulla cooperazione é una scelta, e che in certi momenti é prevalsa la frizione e che oggi specialmente per il ruolo che può avere la Toscana e l’Italia in Europa bisogna dimostrare che é possibile tenere insieme l’arte con la vita a ripartire da una diversa considerazione della campagna ad un superamento della logica di periferizzazione che uccide le differenze e le specificità, creando zone industriali o residenziali non all’altezza delle possibilità che sono aperte oggi, e con questo forse un piacere di vivere indispensabile alla vita stessa.
Questa è, se posso dire, la cosa più importante che l’arte di ogni tempo ha portato con sé e che noi semplicemente cerchiamo di fare in modo, per quello che ci è dato, di poter fare in modo che possa continuare.
Mario Cristiani
Presidente Associazione Arte Continua.
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