Dialoghi periferici: Officina82
Cabanon, Garessio 2011-2017 Officina82 viene fondato nel 2007 da Lara Sappa e Fabio Revetria a Garessio, nella provincia di Cuneo. Il loro lavoro si è sviluppato in una delle aree interne italiane a partire dal recupero di una “tradizione” tipologica e costruttiva per poi riadattarla a una visione contemporanea dell’architettura. Con loro archphoto apre una riflessione sugli architetti che lavorano nelle aree interne e marginali a livello internazionali. Emanuele Piccardo: Quando nasce Officina82? Cabanon, Garessio 2011-2017 EP: Cosa significa per voi lavorare in una area interna? O82: Lavorare in un’area interna è allo stesso tempo una grande opportunità e una grandissima fatica. Per noi che abbiamo iniziato da zero senza studi di parenti alle spalle lavorare in una piccola realtà è stato faticoso ma ci ha permesso di fare esperienza partendo dal basso, con artigiani che non avevano mai visto un architetto in vita loro, insomma, una bella palestra durata anni da cui, se ne esci vivo, ti fa accumulare una buona esperienza.
EP: Quanto il territorio di Garessio influenza la vostra ricerca nel rivisitare le tipologie architettoniche tradizionali come il capanno? O82: Abitare in Valle è fondamentale per coltivare l’approccio verso le architetture rurali tradizionali che conosciamo da sempre essendo cresciuti in mezzo ai boschi della Val Tanaro (Lara) e della Val Bormida (Fabio). Gli stimoli e la forte vocazione territoriale che ci ha trasmesso la facoltà di architettura del Politecnico di Torino nella sede di Mondovì è stata determinante per riconoscere il valore di quel costruito anche in chiave paesaggistica dandoci gli strumenti per poterlo interpretare in modo più distaccato e immaginarne un futuro che il tramonto delle attività rurali di sussistenza avevano segnato. Come dicevo il progetto del Capanno è del 2008 quando poco si parlava di questo approccio alla progettazione ed è stata una bella sorpresa prima scoprire il tema della Biennale 2018 e poi essere parte del Padiglione Italia, in qualche modo è stat la conferma che dieci anni di lavoro erano stati spesi nella direzione giusta. StarsBOX, 2018-2019, varie sedi, ph.Isabella Sassi Farias ph. Simone Mondino Il rapporto tra la nostra progettazione e la natura è innanzi tutto di profondo rispetto. Rispetto sia per il costruito storico sia per il luogo in cui è inserito. Anche nei lavori sugli edifici più poveri cerchiamo di applicare un approccio proprio del restauro, in cui ad esempio manteniamo ben distinti i lavori di recupero dell’esistente dai nuovi inserimenti, perseguendo tra gli altri i concetti di riconoscibilità e reversibilità. Ad esempio il cabanon era un progetto a cui tenevamo molto e abbiamo deciso di costruirlo per noi, qui a Garessio in un terreno acquistato nel 2008 allo scopo di creare un luogo di sperimentazione sia a livello architettonico che paesaggistico. Nello stesso terreno coltiviamo un orto e un giardino (compatibilmente col poco tempo che ci rimane oltre al lavoro di studio) in cui negli anni abbiamo fatto crescere insieme architettura, piante ornamentali, spontanee e ortaggi. Uno dei commenti più interessati al nostro lavoro è arrivato dai social e diceva : “ fanno cose semplici in maniera straordinaria”. Crediamo che sia una definizione molto azzeccata di quello che proviamo a fare col nostro lavoro: non progettazioni spettacolari e super patinate ma piuttosto interventi sinceri con un senso alle spalle. 25.5.20 |