Emanuele Piccardo. Genova ha bisogno di bellezza con il nuovo ponte
Il crollo della modernità, che ha coinciso con la tragedia del viadotto sul Polcevera, ha messo a nudo le fragilità di una città e di una regione nel rapporto con le infrastrutture. Se l’opera di Morandi ha proiettato Genova nel futuro, anche il nuovo ponte deve ambire allo stesso obiettivo. Senza ipocrisia e senza quella irrazionalità che ha contraddistinto i primi atti politici, evitando di agire in emergenza che determina la deroga, come per i terremoti, a tutte le leggi urbanistiche vigenti. Tutti noi abbiamo il diritto di avere un nuovo ponte: efficace, sicuro, ineccepibile tecnicamente, con costi equilibrati e bello. Sembra che i cittadini non abbiano più la necessità e la capacità di sognare una città radiosa, ricca di vita e di speranza nel futuro. La città si merita bellezza, nonostante quel rumore di fondo di una politica senza idee, incapace a immaginare il futuro, come ha dimostrato più volte nell’ultimo ventennio, e che preferisce affidarsi all’ottuagenario Renzo Piano, piuttosto che aprirsi al dibattito e coinvolgere quelle migliaia di giovani ingegneri e architetti disponibili a rivoluzionare, con le loro idee, Genova. Morandi aveva realizzato un’opera di avanguardia che non é stata curata con le giuste terapie, creando una separazione molto forte tra opere d’arte meritevoli di restauri, come il Cenacolo di Leonardo o il Colosseo, e opere che sono state abbandonate come gran parte delle architetture moderne italiane, comprese le infrastrutture di Morandi, Nervi e Zorzi. Si, perché per troppo tempo le opere degli architetti e degli ingegneri, simbolo del progresso tecnologico nazionale, sono state elette dalle comunità unicamente come espressione di cementificazione e speculazione. Ma la vera speculazione é stata quella culturale nel denigrare il ponte progettato da Morandi, nel formare commissioni di “esperti” evitando il coinvolgimento dei migliori ingegneri italiani ed europei: da Gabriele Del Mese a Francesco Sylos Labini, da Ove Arup a Buro Happold. [Emanuele Piccardo] 27.8.18 |