Era il 2002 quando insieme a Luca Mori fondavamo archphoto.it.

Sono passati vent’anni, la rivista è cresciuta, ha cambiato prospettiva si è occupata maggiormente di città e trasformazioni, di sperimentazioni in architettura e arte, scovando, come accadde fin dall’inizio, progetti non mainstream, laterali, inosservati, ancora prima delle recenti mode “forgotten”. Laterali ha significato essere consapevoli della nostra unicità all’interno di una minoranza culturale di sorelle webzine come Arch’it, channelbeta, architecture.it, Iperspazio, innovative ma purtroppo scomparse da tempo, ad eccezione di antithesi.info. La pluralità di voci che, dal 1995 al 2011 (anno in cui il gruppo Dada ha dismesso Arch’it), ha animato il dibattito della cultura architettonica oggi non c’è più. Abbiamo una eredità culturale da trasmettere ai giovani affinché il web possa ancora essere quello spazio di discussione e approfondimento critico che i media mainstream dell’architettura non riescono a garantire.

Il rinnovamento di archphoto parte dal percorso di condivisione avviato con il comitato scientifico  per definire il nuovo progetto. Un percorso che ha favorito l’abolizione delle categorie, ritenute obsolete, retaggio degli anni ‘90, ma che ancora oggi permangono nella maggior parte delle riviste online e cartacee. Infatti ogni numero di archphoto rifletterà su un tema specifico con attraversamenti transdisciplinari e avrà durata semestrale. In questo modo i temi trattati sul web verranno traslati e ampliati, con il coinvolgimento di altri autori, nella versione cartacea archphoto2.0. Un’altra scelta riguarda la homepage che non avrà più immagini, invitando i lettori ad accedere direttamente al contenuto. In un contesto contemporaneo di estrema esposizione alle immagini, il nostro è un atto radicale che consente di rendere omaggio all’artista concettuale americano Joseph Kosuth, la cui opera si manifesta attraverso la parola. Abbiamo citato il suo lavoro Art as Idea as Idea, presentato la prima volta alla galleria 669 di Los Angeles nel 1968, nella nuova veste grafica di archphoto, progettata da Artiva Design (Daniele De Batté, Davide Sossi). Tuttavia l’evoluzione informatica, nel passaggio da Dreamweaver, Flash, a WordPress, ha consentito con maggiore facilità di strutturare siti, blog, postare video, anche con la creazione di Youtube e Vimeo. Proprio le video interviste a architetti, artisti, curatori, hanno costituito la nostra avanguardia. In questo senso useremo le potenzialità offerte dai social media, Facebook e Instagram, per diffondere con linguaggi e strumenti diversi, il pensiero critico sull’architettura, le arti visive e le scienze sociali, discipline che hanno accompagnato il nostro viaggio ventennale.

Archphoto continuerà a essere una rivista elettronica scientifica aperta allo scambio e al dibattito, i contenuti saranno accessibili attraverso il download diretto degli articoli in pdf o nell’account di Academia.edu.

Buon viaggio!

Emanuele Piccardo, direttore.

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